La carica dei duemila aspiranti parlamentari. Si è chiusa ieri pomeriggio la finestra per gli iscritti al Movimento 5 Stelle (iscritti da almeno sei mesi) che volevano presentare la loro auto candidatura alle parlamentarie, per le quali si voterà online (piattaforma Skyvote) il prossimo 16 agosto.

«Quasi duemila cittadini hanno scelto di autocandidarsi per correre con il Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni politiche: 1165 per la camera, 708 per il senato e 49 per la circoscrizione esteri» ha comunicato ieri l’organizzazione pentastellata. E il presidente del Movimento Giuseppe Conte ha commentato: «Il sistema e i potentati economici e finanziari ci temono, per far politica come noi ci vuole coraggio. Noi con i cittadini che non hanno voce saremo la sorpresa».

Due le notizie e tre le conferme di ieri dalla chiusura delle candidature. Non è arrivata quella di Rocco Casalino, il portavoce di Conte dai tempi di palazzo Chigi per il quale era stata prevista una modifica nel regolamento (che prima escludeva dalla corsa i titolari di un rapporto di lavoro con il Movimento). Casalino non si misurerà con la votazione online, ma un’altra eccezione consegna a Conte in ogni caso l’ultima parola sulle liste e bisognerà vedere se l’ex presidente del Consiglio intenderà limitarsi a cambiare l’ordine di posizionamento dei candidati rispetto ai voti raccolti online o non vorrà invece aggiungere qualche nome di sua fiducia. Ci sarà invece, ed è la seconda notizia, l’ex ministro (del primo governo Conte) dell’ambiente e generale dei carabinieri forestali Sergio Costa, che ha indicato come collegio preferenziale quello del senato a Napoli.

Tra le conferme invece due rinunce importanti, quella di Virginia Raggi, ex sindaca di Roma sconfitta lo scorso autunno, che Conte ha ribadito ieri deve secodo lui restare nel consiglio comunale della Capitale, e di Alessandro Di Battista che alla fine ha scelto di non iscriversi e restare fuori dal Movimento. «Per me rimane sempre un interlocutore leale e privilegiato», ha detto comunque Conte. Ci sarà invece, anche questa è una conferma, l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino.

Non mancano le polemiche, ad esempio ancora a Roma non è passata inosservata l’auto candidatura di Paolo Ferrara, consigliere comunale al secondo mandato dopo essere già stato consigliere municipale. Contro di lui si è espressa l’assessora regionale del Lazio Roberta Lombardi: «È doppiamente incandidabile, perché per lui si tratterebbe del quarto mandato e perché ha in corso un mandato che non termina entro il 2022, come da regolamento».

Ieri la comunicazione del Movimento è partita all’attacco del Partito democratico, definendo «Pdisastro» la vicenda della rottura dell’accordo da parte di Calenda. E Conte ha spiegato che se non ha atteso neanche un minuto per chiudere a un accordo con il Pd, anche dopo la separazione con Azione, è stato per «evitare ulteriori imbarazzi al Pd, nelle ammucchiate non entriamo».