Mentre Elly Schlein è concentrata sulla sfida di domenica in Abruzzo, al Nazareno si mastica amaro sul dossier Basilicata. La direzione regionale del Pd di sabato sera è finita nella notte in una rissa, con insulti, scontri fisici e una sorta di sollevazione da parte del gruppo più vicino al candidato Angelo Chiorazzo contro i due emissari mandati da Schlein a Potenza, Igor Taruffi e Davide Baruffi.

I due emiliani erano arrivati in Lucania col mandato della segretaria di favorire un cambio di candidato per allargare la coalizione a M5S, rossoverdi e Azione, che da mesi negano il sostegno, per ragioni diverse, al re delle coop bianche, stimatissimo in Vaticano. Una missione, va detto, impervia, quella di Taruffi& Baruffi, visto che il Pd locale aveva dato l’ok a Chiorazzo prima di Natale, e che lui non ha alcuna intenzione di ritirarsi e buttare a mare tre mesi di campagna elettorale.

Intorno a mezzanotte di sabato la situazione è degenerata, un componente della direzione ha aggredito Taruffi tra urla e insulti tra cui «Tornate a Bologna»: a quel punto il fedelissimo di Schlein ha gridato «non ci sono le condizioni per andare avanti, la riunione è sospesa». Quando i due sono ripartiti i sostenitori di Chiorazzo, spalleggiati dall’ex ministro della Salute Speranza (presente alle riunione) hanno approvato un documento che esclude di cambiare candidato. Semmai affida al segretario regionale Giovanni Lettieri il compito di tentare di allargare la coalizione in vista del voto del 21 e 22 aprile.

L’insurrezione lucana non è passata inosservata a Roma: fonti Pd raccontano che Schlein avrebbe voluto commissariare subito il partito regionale e procedere con gli alleati alla ricerca di un candidato alternativo (i due nomi più gettonati sono Lorenzo Bochicchio, giovane ex dirigente dell’Asl di Potenza, e Rocco Paternò, presidente dell’ordine dei medici). Ma Baruffi e Taruffi hanno sconsigliato l’opzione commissariamento, sostenendo che sarebbe un brutto segnale alla vigilia del voto.

Ieri Lettieri è stato ricevuto al Nazareno, l’idea del nazionale è quella di impugnare e invalidare il documento votato nella notte tra sabato e domenica, riaprire la discussione ma cercando di «tenere tutti dentro», come spiegano fonti dem. Insomma: senza scomuniche e senza dividere il Pd. Schlein avrebbe anche chiesto a Speranza di non occuparsi più in prima persona del dossier Basilicata, facendo due passi indietro.

L’obiettivo è tenere i riflettori lontano dalla Lucania fino al voto di domenica in Abruzzo. Poi il nodo andrà sciolto, visto che mancano pochi giorni alla presentazione delle liste. Il tentativo è quello di cambiare cavallo con il consenso di Chiorazzo, ma è molto difficile un suo ritiro. Intanto Sinistra italiana, Europa Verde e altri del centrosinistra sposano la rosa di nomi proposta dai 5s, che comprende anche Bochicchio e Paternò, oltre al presidente della provincia di Matera Piero Marrese (Pd), e chiedono alla civica di Chiorazzo di «anteporre il progetto politico e l’unità dell’area progressista a ogni altro pur legittimo obiettivo». Ancora pochi giorni e la telenovela dovrebbe finire.