Cannabis-Koalition, la via tedesca alla legalizzazione della marijuana. In Germania sono praticamente tutti d’accordo: dai tre partiti del nascente governo Scholz al 60% dei deputati del Bundestag, dal 93% dei cittadini contrari al divieto vigente all’Associazione degli agricoltori, fino alle imprese del settore pronte a investire milioni nel mercato oggi in mano alla criminalità organizzata che muove sottobanco 400 tonnellate all’anno.

NON È PIÙ SOLO una promessa della campagna elettorale di Verdi e liberali (i due partiti più votati dai giovani) ma un tema davvero sul tavolo dei negoziati per la coalizione Semaforo, dopo che perfino l’esperto di Sanità della Spd, Karl Lauterbach, si è convertito all’antiproibizionismo: «Prima ero contrario ma ora, da medico, ho cambiato idea».

È l’ultima luce verde all’«utilizzo ricreativo» della cannabis, ovvero il via libera alla revisione della norma che dal 2017 ne limita il consumo all’uso medico certificato con ricetta e consente la vendita solo in apposite farmacie convenzionate. E nonostante la legalizzazione non compaia tra le 12 pagine dell’accordo di base sottoscritto da Spd, Verdi e Fdp «ci stiamo lavorando molto seriamente; lo ricordo a beneficio delle migliaia di mail che me lo chiedono» conferma la vice-leader dei Verdi, Ricarda Lang. In pratica a opporsi alla misura sono solo il ministro uscente della Sanità, Jens Spahn (Cdu), che si ostina a rubricare la sostanza come «droga», e il sindacato della polizia secondo cui la svolta sarebbe «pericolosa».

In compenso nessuno in Germania si azzarda a mettere in dubbio i tre motivi alla base della legalizzazione: la lotta alle mafie internazionali che controllano lo spaccio, la sicurezza dei consumatori e le entrate finanziarie derivanti dall’emersione del più grande mercato nero del Paese. Senza contare che politicamente «liberalizzare la cannabis rappresenta la migliore occasione per il nuovo governo di dimostrarsi moderno e progressista senza cambiare nulla nella pratica» dato che il numero di consumatori esiste indipendentemente dal divieto, come fa notare la Taz.

Ma la fine del proibizionismo permetterà anche di sgravare i tribunali dal giudizio di 185 mila reati legati all’uso ricreativo di Thc oltre alla montagna di denunce temerarie che trascinano alla sbarra pure chi commercia prodotti alla canapa assolutamente innocui.

«LO SCOPO DELLE LEGGI non è interpretare una realtà distaccata dai cittadini e dall’amministrazione della giustizia. Se lo Stato non gestisce la cannabis allora rafforza l’economia sommersa e il crimine organizzato che oggi fattura miliardi. Milioni di consumatori di Thc hanno il diritto di usare prodotti sicuri e controllati invece di doversi affidare al mercato nero rischiando la salute e la fedina penale. Per questo ho chiesto di istituire un gruppo di esperti al Bundestag per depenalizzare la cannabis entro i primi 100 giorni di legislatura in attesa del nuovo quadro giuridico» sottolinea Burkhard Blienert, portavoce della politica sulle droghe della Spd.

COSÌ IL DIBATTITO parlamentare è già incanalato alla ricerca del modello tedesco. Tra le ipotesi spicca la concessione di una licenza ad hoc per la vendita di cannabis ai maggiorenni con l’obbligo di «colloqui educativi» prima dell’acquisto, mentre gli esperti discutono scientificamente sulla percentuale massima consentita di principio attivo e di come evitare la soglia dannosa per la salute quantificata nello studio pubblicato nel 2019 su The Lancet Psychiatry.

In ogni caso la Germania non sembra voler copiare il sistema dei Paesi Bassi dove la vendita è tollerata nei coffee-shop ma non permessa né l’esempio del Lussemburgo che ha recentemente legalizzato coltivazione e utilizzo ma non il commercio. Piuttosto a Berlino guardano ai negozi specializzati del Canada, e viceversa. Proprio le imprese canadesi con il know-how giusto sgomitano per entrare nel nuovo mercato insieme alle tre aziende che già detengono il monopolio della cannabis medica nella Repubblica federale: Tilray che coltiva canapa a Neumünster, Aurora di Leuna e la start-up berlinese Demecan che tra gli azionisti vanta colossi come la birra Krombacher.

Tutte pronte a incassare enormi utili che per il Fisco si traducono in «fino a un miliardo di euro all’anno di tasse» come stima l’economista di Düsseldorf, Justus Haucap, secondo cui il guadagno totale per lo Stato si aggirerebbe sui 2,7 miliardi annui fra Iva, imposta sul commercio e costi risparmiati per polizia e tribunali.