Il governo non ha ancora compiuto «il passo» atteso dai lavoratori, ma ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Sandro Gozi, ha voluto lanciare un segnale rassicurante: «L’Italia può proseguire i lavori per tutte le misure che riguardano le bonifiche ambientali e a tutela della salute pubblica. E deve farlo celermente. È stato deciso nella riunione tecnica sull’Ilva che si è tenuta ieri a Bruxelles».

Chiaro il riferimento agli 800 milioni che il governo ha stanziato per le bonifiche, fino a ieri bloccati: una boccata di ossigeno (non solo ambientale) per Taranto, che forse potrà servire ad abbassare, almeno parzialmente, la tensione sul gruppo. Dall’altro lato, però, va detto che la Commissione europea non ha affatto chiuso il “fascicolo” Ilva: il decreto del governo resta sotto l’esame di Bruxelles, insieme alle prossime decisioni, sempre per evitare eventuali “aiuti di Stato”, l’incubo massimo per gli euroburocrati.

Intanto ieri, da Genova, la segretaria Cgil Susanna Camusso ha espresso la solidarietà agli operai in lotta: «La Cgil – ha detto – è al fianco dei lavoratori Fiom dell’Ilva di Genova e lo sarà anche nello sciopero generale dei metalmeccanici. Il nostro obiettivo non è avere la moltiplicazione della mobilitazione ma che il governo si assuma l’onere di dare risposte che oggi nel bando di vendita non ci sono». «Il silenzio del governo preoccupa perché non dice quali siano le sue intenzioni per il futuro del gruppo. Un’ulteriore preoccupazione è l’assenza di qualsiasi riferimento all’accordo di programma per Genova nel bando di vendita».