L’orecchio interrotto

John Williams, modalità umana

Soundtrack allo sbaraglio

Molto sesso, please, siamo depressi

Guido Picelli, ribelle, eroe popolare

Adolphe Braun, Il ghiacciaio del Rodano, 1864 (albumina) ETH-Bibliothek Zürich, Bildarchiv

Dagherrotipo, specchio dotato di memoria

La migliore descrizione di Angela Merkel è proprio lei a fornirla: «Sono entrata in politica tardi, non immaginavo neppure che fosse possibile. Ero nella DDR, pensavo di restarvi fino alla pensione per poi finire i miei giorni nella Germania Ovest. La caduta del Muro è stata brutale. Io do tempo al tempo perché ho visto che nella lentezza c’è speranza». Senza moti passionali, senza slanci oratori, così come il cinema tedesco di questi sedici anni che si è mosso allo stesso ritmo, con ben poco di visionario. Finiti i grandi movimenti culturali un po’ per tutti, parevano qua e là...

Da «La scelta di Barbara» di Christian Petzold

Buonanotte Frau Merkel, il cinema di una lunga stagione

Germania

La cerimonia al Memoriale Sovietico a Treptow Park, in basso il simbolo della Pace sotto la statua della “Madre Patria” e la commemorazione alla porta di Brandeburgo

Pochi e in sordina, la cerimonia al Memoriale di Treptow è svuotata

Un migrante in un ufficio di polizia di Francoforte

<p>Nelle istituzioni, al lavoro, nelle scuole o nei vagoni della metro, la relazione voluta dal governo rivela il virus che appesta la società. Per il 90% dei tedeschi «il razzismo è parte della vita quotidiana», il 65% è convinto che «lo Stato pratica la discriminazione razziale» e circa la metà afferma di «vivere in una società razzista»</p>


Il rapporto shock sulla Germania razzista

Düsseldorf: Olaf Scholz parla al 1° maggio della Confederazione tedesca dei sindacati

«Pacifismo fuori dal tempo», Scholz travolto dai fischi

Berlino, discussione  al Bundestag sull’invio di armi pesanti all’Ucraina