Pronti a ridurre le sanzioni pur di avviare un processo di unificazione del paese che metta fine a sei anni di guerra. Riuniti a Bruxelles, i ministri degli Esteri dell’Unione europea tornano a insistere sulla Libia, paese ritenuto fondamentale soprattutto per porre fine alla partenze dei migranti. Nel vertice di ieri si è anche ventilata di sospendere le sanzioni individuali adottate contro tre oppositori del governo Serraj come il capo del governo di salute nazionale Khalifa al-Gwell, protetto agli islamisti, l’ex presidente del Congresso Nouri Abu Sahmain, entrambi a Tripli, e il presidente del parlamento di Tobruk Aguila Saleh. Nel documento finale del vertice si sottolinea come quella di ritirare le restrizioni sia vista come una «misura necessaria per aiutare a sostenere la pace, la stabilità e la sicurezza in Libia». Nessun riferimento nel testo al generale Haftar, l’oppositore di Serraj che controlla Tobruk.

Una ’dimenticanza’ che non significherebbe però alcuna preclusione. «L’Ue incoraggia il dialogo tra i premier al Serraj e il generale Haftar», ha chiarito Federica Mogherini. Per la rappresentate della diplomazia europea l’Ue non vuole «dettare, imporre o anche semplicemente indicare soluzioni, che sono i libici a dover definire, ma è sempre a l fianco dei libici e degli attori regionali per accompagnare gli sforzi di unificare il paese e gli attori che lo possono riunire». Posizione ribadita ieri anche dal viceministro degli esteri russo Mikhail Bogdanov nell’incontro che a avuto a Mosca il segretario generale dell’Onu per la Libia Martin Kobler.

Ma a tenere ancora una volta banco tra i 28 è stata l’immigrazione. Bruxelles ha ribadito l’impegno di contribuire alla formazione e all’equipaggiamento della Guardia costiera e della Marina libiche. Entro la primavera la missione europea Sophia finirà l’addestramento della Guardia costiera con al consegna di otto motovedette che serviranno a chiudere la rotta del Mediterraneo centrale. Il ministro degli Esteri Alfano ha poi invitato i partner europei a seguire l’esempio dell’Italia aprendo una rappresentanza diplomatica a Tripoli. Per quanto riguarda i migranti ha detto di aver incontrato l’Alto commissario per i rifugiati Filippo Grandi e di voler incontrare i vertici dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni con i quali discuterà su come garantire il rispetto dei diritti umani per i migranti.

E’ uno dei punti più controversi dell’accordo siglato con la Libia, viste le condizioni inumane con cui uomini, donne e bambini vengono trattati nei centri di detenzione situati nel paese nordafricano. Per Alfano i soldi destinati a Tripoli serviranno anche al «miglioramento delle situazioni anche dal punto di vista infrastrutturale in Libia». Difficile, però, capire come questo sarà possibile vista l’impossibilità per il governo Serraj di controllare tutti i centri di detenzione statali, la maggior parte dei quali si trova fuori dalla Tripolitania, ma soprattutto le centinaia di magazzini in cui i trafficanti tengono prigionieri i migranti.