Josep Borrell considera «un grave errore» l’aumento indiscriminato della spesa militare di tutti i paesi Ue. Di fronte al parlamento europeo riunito a Strasburgo in seduta plenaria, l’Alto rappresentate europeo per la politica estera critica il fatto che «tutti gli stati membri aumentino proporzionalmente le loro spese nella difesa rispetto a quelle attuali». In questo modo si rischia, dice, «di moltiplicare gli attuali doppioni tenendo le stesse lacune». Per questo, sostiene, «occorre un approccio coordinato per ottimizzare le risorse dei contribuenti». Quanto all’Ucraina, per Borrell, bisogna «fare pressione sulla Russia e ad armare l’Ucraina».

QUESTE PAROLE precipitano sul dibattito italiano. Dal Movimento 5 Stelle esultano. «Non fanno che confermare il nostro indirizzo – dice il senatore e vicepresidente M5S Mario Turco – Lo stesso Giuseppe Conte, ha affermato più volte quanto sia fondamentale assicurare la difesa dei paesi Ue senza per questo appesantire la spesa nazionale». I grillini citano stime del Servizio studi del parlamento secondo cui coordinare gli sforzi in chiave europea consentirebbe di risparmiare 45 miliardi di euro.

C’È POI la questione del gas. Il rapporto tra gli aiuti a Zelensky e i soldi che finiscono a Putin per l’acquisto di gas appare impietoso «Abbiamo dato a Kiev un miliardo di euro, che può sembrare tanto, ma mille milioni di euro sono quello che paghiamo a Putin ogni giorno per l’energia. Dall’inizio della guerra gli abbiamo dato 35 miliardi di euro». Ecco perché, per Borrell «geopolitica e cambiamento climatico si danno la mano, verso un obiettivo comune: la nostra indipendenza e il nostro sviluppo passano dallo sviluppo delle energie rinnovabili». Sul tema si sono confrontati Enrico Letta e Giorgia Meloni, in occasione di un evento organizzato dalla fondazione di destra Fare futuro. «Dobbiamo smettere di pagare la Russia, con quei soldi massacra il popolo ucraino» ribadisce il segretario del Pd. Letta si dice consapevole che una scelta del genere implichi «razionamento, risparmio e razionalizzazione del consumo energetico» ma sostiene che tutto ciò andasse fatto «a prescindere» anche prima della crisi ucraina. Di tutt’altro avviso la leader di Fratelli d’Italia, secondo la quale «l’Italia rischia di pagare tantissimo una scelta del genere»

LE SPESE MILITARI continuano a dividere la maggioranza. Questa mattina Conte vedrà i presidenti e i capigruppo del M5S nelle diverse commissioni per fare il punto sul tema. Alla riunione non parteciperà il presidente della commissione esteri al senato Vito Petrocelli. Non è ancora chiaro se e in che modo verrà espulso, visto che le ultime sanzioni comminate dal gruppo sono state dichiarate invalide dal consiglio parlamentare di garanzia. Di certo, Petrocelli è stato scaricato dai grillini. Si ipotizza che tutti i membri si dimettano e che una nuova commissione scelga un nuovo presidente.

LA COMMISSIONE finanze del senato martedì scorso ha discusso il decreto legislativo che recepisce la direttiva europea del 2019 sull’esenzione dell’Iva e delle accise per la compravendita di armi impiegate in contesti Ue. I 5 Stelle avevano votato a favore del provvedimento alla camera. L’altro giorno hanno chiesto «delucidazioni» e poi si sono astenuti. In ogni caso, dal passaggio in commissione il testo è uscito con un cambiamento di forma: il parere del senato viene definito «non ostativo» invece che «positivo». Era presente, seppure da ospite, Paola Nugnes. La senatrice ex M5S ha ricordato che la Nato gestisce male i suoi soldi, visto che ha una spesa militare diciotto volte superiore a quella russa. A questo punto la parte destra della commissione, soprattutto gli esponenti di Fratelli d’Italia, ha cominciato a insultarla e contestare quel dato. «Da parte mia – afferma Nugnes – ho chiesto che tutti i membri della commissione ricevessero il report dell’Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma che ha analizzato i fondi del Patto atlantico».