Dopo anni di ripensamenti e polemiche furibonde il via libera è arrivato. Il Comune di Bologna ha dato l’ok all’ampliamento di quello che in città tutti chiamano Passante di mezzo, e cioè dell’autostrada e della tangenziale. Un serpentone di cemento che taglia in due i quartieri della periferia cittadina, e che crescerà ancora, raggiungendo nel tratto più largo le 18 corsie.

Può una grande opera di questo tipo essere green? Secondo il sindaco di Bologna Matteo Lepore (Pd) e la sua maggioranza di centro sinistra la risposta è «sì». Sarà un «passante di nuova generazione», un modello per la transizione ecologica da raccontare in tutta Italia, un’opera attenta alla compatibilità ambientale e capace di ridurre l’inquinamento.

Secondo gli ambientalisti invece l’allargamento peggiorerà solo la situazione attirando sempre più auto. «Approvare il Passante vuol dire tradire il futuro di Bologna», dicono. Una contrapposizione frontale, che sta riaccendendo i toni dello scontro politico in città e ha già portato ad una manifestazione di Legambiente, mentre sabato la protesta toccherà i quartieri interessati dai cantieri che dureranno cinque anni.

Ci sono anche implicazioni politiche. Il via libera al Passante rappresenta in città un’inversione netta di posizione di forze che storicamente si sono battute per fermare l’allargamento di autostrada e tangenziale. «Siamo a un punto di non ritorno per il cambiamento climatico. Grandi opere come il Passante di mezzo sono incompatibili con una visione ambientalista», diceva a inizio 2021 Emily Clancy di Coalizione civica, all’epoca all’opposizione oggi vicesindaca. «Un progetto anacronistico per riempire i bolognesi di smog e insistere sul traffico privato su gomma», scriveva nel 2019 il 5S Marco Piazza. Cos’è successo? E’ girata la ruota della politica, e la sinistra di Coalizione civica insieme ai 5 Stelle oggi condivide col Pd le responsabilità di governo. Ma è cambiato anche il progetto. L’espansione dell’asfalto non è in discussione, ma sono state contrattate modifiche per attenuarne l’impatto. Si parla di pannelli solari, tecnologie per assorbire la CO2, filtri per l’aria in galleria, piantumazioni di 34 mila nuovi alberi, piste ciclabili. «Quello che stiamo portando avanti infatti non è solo un’importantissima mitigazione o una politica di riduzione del danno di decisioni prese negli scorsi anni e che, come noto, non ci hanno mai visto d’accordo. Quello che proponiamo è il primo passo concreto verso un cambio di paradigma e un’inversione di tendenza», ha spiegato Coalizione Civica, rete che comprende Sinistra Italiana ed eletti provenienti da centri sociali e forze ambientaliste. Realtà che però manifesteranno contro il Passante.

«Quello che sta succedendo è puro green washing, simile a quel che fanno le compagnie petrolifere quando aumentano le trivellazioni e poi dicono di volerle compensare piantando alberi», attacca Luca Tassinari dell’associazione dei cittadini di Bologna per una mobilità sostenibile, una delle tante che compongono la rete Rete delle Lotte Ambientali.

Gli ambientalisti, documenti alla mano, stanno provando a smontare quella che considerano una «narrazione rovinosa». Un esempio su tutti: sugli impianti di filtrazione in galleria è la stessa Autostrade ad avere forti dubbi, citando una relazione del Cnr in cui si dice che analoghi esempi di applicazione in Italia e nel mondo si sono rivelati di scarsa efficacia.

Il sindaco Lepore ha invece parlato del Passante come di un investimento per «migliorare l’ambiente e la salute». Le posizioni tra le parti sono inconciliabili e lo scontro andrà avanti. Poi, nel 2022, inizieranno i primi cantieri.