Il movimento per i diritti civili degli afro americani, Black Lives Matter è diventato un soggetto politico da cui non si può prescindere. Blm è nato in Florida nel 2013 a seguito del verdetto di non colpevolezza per (il bianco) George Zimmerman che aveva ucciso il sedicenne (nero) Trayvon Martin. Nell’estate del 2014 le uccisioni da parte della polizia di afroamericani disarmati a New York e a Ferguson, hanno portato le manifestazioni sotto l’occhio dei media internazionali mettendo in evidenza le istanze di giustizia sociale, civile ed economica, che Blm rivendica.

Il movimento si è diffuso in tutti gli Usa, accompagnandosi ad un’altra onda di rivendicazioni: quella per l’innalzamento del minimo sindacale a 15 dollari l’ora ( la maggior parte della manodopera sottopagata che lavora, ad esempio, nei fast food, è composta da afroamericani). Il problema sorto a Zuccotti park, quando gli occupiers si erano resi conto di essere praticamente tutti bianchi, con Blm ha ottenuta una risposta. Molti attivisti di Occupy Wall Street sono andati a Ferguson portando strategie di comunicazione e non solo.

La legacy con il movimento del 2011 è evidente: Blm è un movimento orizzontale, leaderless, e sottolinea che non ci potrà essere giustizia sociale se continuerà ad esserci un’ingiustizia economica che crea ghetti, segregazione. Più volte Obama si è espresso sulle questioni sottolineate da Blm sposandone i toni e mostrando che il cammino non è terminato con la presidenza di un afroamericano. Durante queste presidenziali Blm non è una realtà ignorabile.

Negli ultimi mesi il movimento è cresciuto fino ad organizzare eventi politici a livello nazionale, diventando sempre più influente nel plasmare la posizione del Partito Democratico su i temi della giustizia razziale e criminale; il Comitato nazionale democratico ha infatti invitato alcuni attivisti di spicco all’interno del movimento, a organizzare e tenere, per i candidati alla presidenza, un forum sulla giustizia razziale. Nel mese di agosto il Dnc ha approvato una risoluzione dichiarando il sostegno al movimento, Bernie Sanders ha introdotto una piattaforma sulla giustizia dopo che gli attivisti avevano interrotto un suo comizio facendogli notare come non si stesse confrontando con il tema, infine c’è stato un incontro di 90 minuti con Hillary Clinton.

«Bernie Sanders – ha detto DeRay McKesson, uno degli attivisti più noti – ha sempre guardato al reddito come ad un termometro per l’ingiustizia sociale, noi abbiamo attirato la sua attenzione sul rapporto tra salario medio e razza e l’abbiamo invitato ad includerlo come indicatore». Durante l’incontro con la senatrice Clinton gli attivisti l’hanno esortata a non usare più un linguaggio cifrato ed obliquo per affrontare i temi del razzismo (e non solo) ma a rapportarsi all’elettorato in modo diretto tenendo discorsi che non siano una caccia al tesoro per scovare il concetto di base.

Blm ha rapporti anche con la Casa bianca di cui sono stati consulenti per la Reform and Corrections Act, sforzo bipartisan per la riforma della sentenza sulla droga leggere che concentra l’applicazione della forza su crimini violenti. Quando il movimento ha esortato i democratici a tenere un forum con i candidati per parlare di diseguaglianza razziale ha ricevuto come risposta una lettera del capo dell’esecutivo, Amy K. Dacey, dove si legge: «Crediamo che la vostra organizzazione sia il soggetto ideale per un forum con i candidati alla presidenza, dove tutti i candidati democratici possano illustrare le proprie posizioni politiche per rafforzare la classe media e sconfiggere il razzismo in America».

Il carteggio tra il partito democratico e il movimento di Blm è stato reso pubblico dal Washington Post quasi in contemporanea con una petizione online che ha subito raccolto 10.000 firme: «Meritiamo risposte articolate e che la politica prenda e rispetti degli impegni» si legge.

Intanto DeRay ha dichiarato di essere in contatto anche con il Comitato nazionale repubblicano «Vogliamo mettere insieme tutti i candidati ed avere una conversazione incentrata sulla razza e la giustizia sociale», ha detto McKesson