«Siamo molto vivi», ha detto dal palco Joe Biden dopo la schiacciante vittoria in South Carolina, al primo test delle preferenze negli stati del sud, che potrebbe rimodellare la corsa democratica.

[do action=”citazione”]Questa è la prima vittoria in assoluto nella carriera di Biden il quale, nonostante sia alla sua terza candidatura dopo quella del 1988 e del 2008,  mai aveva vinto in uno stato. [/do]

L’annuncio della sua vittoria è stato accolto più che da un boato, da un grande sospiro di sollievo collettivo.

Sul palco di Columbia in South Carolina l’ex vicepresidente è sembrato molto più reattivo e in controllo di quanto non sia stato fino ad ora, e senza nominarlo ha affrontato Bernie Sanders, il suo principale ostacolo nella corsa verso la nomina come sfidante democratico di Trump.

«Se i democratici vogliono un candidato che sia un democratico – ha detto Biden – un democratico da tutta la vita, un democratico orgoglioso, un democratico Obama-Biden, unisciti a noi. Abbiamo la possibilità di vincere alla grande o perdere alla grande, questa è la scelta».

La stoccata non è solo per Sanders,  senatore indipendente che si iscrive con i democratici solo per le presidenziali, ma anche per l’ex sindaco di New York Mike Bloomberg e la senatrice Elizabeth Warren, entrambi ex repubblicani registrati.

Biden ha parlato recuperando i toni di inizio campagna, proponendosi come l’eleggibile, il candidato che può sconfiggere non (solo) i compagni di partito, ma Trump, riportando gli Usa all’era precedente a The Donald, quella che lui incarna alla perfezione e che sembrava funzionare al meglio.

È la voce della cosiddetta resistenza, con piani concreti e non rivoluzionari come quelli di Sanders o da testare, come quelli di Buttigieg, ma già rodati alla Casa Bianca.

C’è una persona in particolare che Biden ha ringraziato, ed è il deputato afroamericano James Clyburn, una voce potente nella comunità nera dello stato, e che ha dato il suo endorsement al vicepresidente tre giorni prima del voto. I sondaggi hanno subito mostrato che il supporto di Clyburn è stato un fattore importante per circa la metà degli elettori, e probabilmente uno dei motivi per cui Biden ha avuto una performance così positiva tra gli elettori neri del South Carolina.

Per diventare la principale alternativa a Sanders, tuttavia, Biden dovrà vedersela con i 14 Stati che voteranno il 3 marzo, al Super Martedì. Questo voto potrebbe ancora una volta mischiare le carte, tenendo conto anche dell’entrata in scena di Bloomberg.

[do action=”citazione”]Per Sanders la sconfitta non è stata cocente, ma il suo compito ora sarà quello di mostrare che il risultato del South Carolina è solo un inciampo, non una tendenza, e che il voto afroamericano può essere conquistato in altri stati.[/do]

Durante il suo discorso Sanders non è apparso preoccupato, ha scherzato sull’esito del voto: «Abbiamo vinto in Iowa, in New Hampshire, in Nevada, a volte si perde, ci sono ancora tanti altri stati, ci capiterà ancora di perdere, ma alla fine vinceremo perché noi non siamo un partito, siamo un movimento».

Nessun accenno a Biden, ma ai suoi programmi che vanno molto al di là non solo del voto in South Carolina, ma anche di quello di novembre e che hanno il fine, come ha ripetuto, non solo di battere Trump, ma di trasformare radicalmente gli Stati uniti.