Mantenendo quanto promesso nella campagna elettorale del 2020, Joe Biden ha condonato 10mila dollari di debito agli studenti, o ex studenti, che per andare all’università hanno dovuto richiedere il cosiddetto «prestito d’onore», una forma di finanziamento che consente di iscriversi al college a costo zero, restituendo il prestito, maggiorato di interessi, una volta laureati.

La manovra riguarda gli studenti che hanno un reddito inferiore a 125mila dollari e la cifra potrà arrivare fino a un massimo di 20mila dollari nel caso dei beneficiari delle borse di studio Pell Grant, concesse agli universitari con le maggiori difficoltà economiche.

TRA LE MISURE annunciate da Biden c’è anche l’estensione della proroga dell’era Covid che riguarda il blocco dei pagamenti sui prestiti federali agli studenti, spostata ora alla fine del 2022. Stando alle statistiche ufficiali, più di 43 milioni di studenti statunitensi hanno contratto debiti studenteschi federali per 37.667 dollari; circa la metà sono inferiori a 20mila e circa un terzo ammontano a meno di 10mila. Secondo la Casa Bianca, la mossa di Biden solleverebbe dal debito almeno 20 milioni di studenti ed ex studenti americani.

La media dell’ammontare dei prestiti d’onore evidenzia le disparità razziali: non è lo stesso per gli studenti bianchi e quelli neri o ispanici, che contraggono i debiti più alti. Come ha fatto notare su Twitter la deputata progressista Pramilla Jayapal, il 90% degli studenti neri ha contratto il debito, così come il 72% degli studenti latini. E il 40% dei mutuatari non riesce comunque ad arrivare alla laurea.

Se poi si analizzano i tassi di insolvenza, si scopre che quasi un terzo degli afroamericani non riesce a ripagare il prestito ed è inadempiente, rispetto a circa il 20% dei latini e al 13% dei bianchi. «La cancellazione del debito studentesco – ha scritto Jayapal – è una questione di giustizia razziale e aiuterà a colmare il divario di ricchezza razziale. Questo è un grande passo avanti». Quella di Biden è al contempo una grande mossa e un passo piccolo nella direzione giusta.

A OGNI CAMPAGNA elettorale i candidati democratici hanno sempre promesso di estinguere i debiti degli studenti, ma a ogni mandato il provvedimento è stato rimandato a tempi migliori, con il risultato che ad oggi il debito studentesco complessivo ammonta a circa 1,7 miliardi di dollari. Quello che chiedeva la sinistra socialista democratica era una totale cancellazione di questo debito.

«L’importo medio della remissione del debito per le aziende che ricevono prestiti è 95.700 dollari – ha scritto Bernie Sanders su Twitter – Se possiamo permetterci di cancellare centinaia di miliardi di prestiti a imprenditori nel momento del bisogno, per favore non ditemi che non possiamo permetterci di cancellare tutto il debito studentesco di 45 milioni di americani».

La mossa di Biden ha accontentato e contemporaneamente scontentato tutti, ma di certo quelli che l’hanno presa peggio sono i repubblicani. Per Elizabeth Warren la mossa di Biden è «uno dei più grandi atti di riduzione del debito dei consumatori nella storia americana», mentre il leader della minoranza Gop al senato Mitch McConnell ha definito il provvedimento «puro socialismo».

È pressoché certo che il piano di cancellazione del debito studentesco incontrerà battaglie legali da parte dei repubblicani e la questione potrebbe finire davanti alla Corte suprema. Anche se il provvedimento non è perfetto, ma una tipica mossa mediatrice alla Biden, è di certo una mossa nella direzione giusta.

PER AVERE ACCESSO a un’istruzione universitaria e non contrarre debiti che crescono di anno in anno, molti ragazzi americani scelgono obtorto collo di entrare nell’esercito: grazie al programma governativo GI Bill, ogni anno vengono stanziati fondi pubblici a disposizione dei soldati di ritorno dalle guerre che vogliano andare all’università.

Il governo copre interamente il costo delle tasse universitarie a carico dei veterani che studiano in istituzioni pubbliche e versa fino a 17mila dollari l’anno a chi frequenta college privati. Inoltre contribuisce con mille dollari all’anno all’acquisto dei libri e paga un’indennità per l’alloggio.