Il sindaco democratico di El Paso, al confine tra Messico e Texas, e stella nascente del Partito democratico Usa Beto O’Rourke ha annunciato ufficialmente la sua partecipazione alla corsa per la presidenza degli Stati uniti del 2020.

Beto, come lo chiama confidenzialmente mezza America, aveva infiammato l’immaginario collettivo durante le elezioni di midterm dello scorso novembre, quando aveva quasi strappato il ruolo di senatore all’ultra conservatore Ted Cruz, creandosi una fama ben oltre i confini del Texas e raccogliendo fondi milionari da tutti gli Stati uniti per la sua campagna texana, tutti provenienti da piccole donazioni di singoli.

Il candidato si presenta sotto ogni aspetto come un eretico della politica: non è uomo dell’establishment ma non si definisce socialista, è un ex cantante rock e durante il midterm arrivava in skateboard sul palco dei suoi comizi dove parlava di unità, uguaglianza, solidarietà, sanità pubblica, diritto allo studio, salario minimo decente, salvaguardia dell’ambiente.

La sua entrata nelle presidenziali ha scombinato un po’, e ancora una volta, le carte in tavola: non ci sono dubbi sul talento di Beto nel raccogliere fondi dai singoli, senza legarsi a Wall Street, paragonabile a quello dell’altro fuoriclasse in questo campo, Bernie Sanders. Beto, però, a differenza del senatore del Vermont, può anche contare sull’aiuto di alcuni personaggi di Washington e di diversi veterani delle campagne di Barack Obama, primo fra tutti Paul Tewes, direttore della campagna chiave di Obama dell’Iowa 2008, che lo sta aiutando a gestire la candidatura in quello che è uno dei due Stati dove si aprono le danze delle primarie.

Tuttavia, O’Rourke si avvia alla competizione del 2020 con poche leggi notevoli portate a termine. In una gara politica finora definita dalle posizioni di due fari ideologici come i senatori Bernie Sanders e Elizabeth Warren sull’economia, O’Rourke entra senza una proposta originale che possa servire a dare la cifra ideologica della sua offerta come presidente.

Quello che offre il sindaco è una prospettiva di ottimismo, unità e positività, una dialettica da «nuovo mondo possibile» di cui negli Usa c’è un gran bisogno dopo la cupezza drammatica introdotta da Trump e Bannon. Alla retorica del terrore del diverso diThe Donald, Beto risponde definendo l’immigrazione non come emergenza, ma come principale risorsa a cui gli Usa possono attingere.

«Questo momento di pericolo sta producendo forse il più grande momento di promessa per questo Paese e per tutti coloro che ci vivono», ha detto O’Rourke nel video con cui ha annunciato la sua candidatura, diffuso poco prima di partire per un tour di tre giorni in Iowa, Stato tradizionalmente democratico ma che nel 2016 è passato a Trump.

Nel video il candidato 45enne parla di uguaglianza e di speranza, usa un eloquio accattivante, ha l’espressione di uno di cui ci si può fidare, ha energia da vendere anche se parla da seduto: «Questo è un momento decisivo per la verità in questo Paese – ha detto nel video, per poi aggiungere quello che sembra essere il fulcro della sua campagna – la crisi interconnessa della nostra economia, con la nostra democrazia e il cambiamento climatico, non sono mai stati così grandi».

L’unico elemento di perplessità dello spot elettorale che annuncia la sua partecipazione alle primarie è dato dalla presenza muta, trasparente, ignorata e inutile della moglie Amy seduta al suo fianco per tutta la durata del messaggio, quasi 4 minuti in cui non produce una sillaba ma lo guarda tra l’adorante e l’imbarazzato, un tocco anni ’50 che stride con l’ultra modernità delle parole del sindaco di El Paso.