«Dobbiamo tendere a un mondo a carceri zero, o almeno, al minimo possibile». Beppe Grillo dal suo blog prende le distanze dal suo movimento due giorni dopo il parere negativo espresso dalla commissione giustizia del senato sulla riforma del sistema penitenziario voluta dall’ex ministro Andrea Orlando. Una riforma che secondo la coordinatrice dell’associazione Antigone, Susanna Marietti, «tendeva ad allargare – in modo minimo e controllato – l’area delle misure alternative alla detenzione pur sotto il rigoroso controllo della magistratura e dei servizi sociali». «Svuotacarceri mascherata da riforma» l’ha invece bollata il senatore 5S Giarrusso uscendo soddisfatto dall’aula.

Ma è il contratto di governo Lega-5Stelle a parlare chiaro sul tema carceri. La risposta al sovraffollamento non sta nella ricerca di pene alternative ma nella costruzione di nuove galere. Eppure, di fronte alla deriva securitaria del governo, Grillo cita proprio i rapporti di Antigone sul problema del sovraffollamento nelle prigioni, sulla questione dei recidivi che sono il 63% del numero dei detenuti, mentre il 13% è già stato in carceri per più di cinque volte per poi chiudere: «La prigione è dannosa per gli individui. La cosa importante per qualsiasi paese civile sarebbe cercare misure alternative al carcere e molto spesso significa accompagnarli verso uno standard di vita accettabile: provare a cercare un’abitazione, cercare alternative nei periodi di disoccupazione, rieducare, far sì che si possa ricreare una vita».

Insomma, per il fondatore del M5S bisognerebbe «limitare il ricorso alla detenzione e indirizzare il denaro verso lo stato sociale invece che verso lo stato penale». E Orlando commenta, rivolgendosi al suo successore: «Ministro Bonafede, ci sono molti elementi su cui riflettere!».