«Abbiamo ancora bisogno dell’orgoglio Lgbtiq+. Troppi vivono nella paura. Esiste troppa discriminazione. In Europa si dovrebbe vivere come si desidera vivere, amare chi si desidera amare, essere chi si desidera essere. Ho scritto alle autorità serbe per trasmettere il forte messaggio di tanti eurodeputati sull’Europride di Belgrado», la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, con un un tweet ha commentato la decisione delle autorità serbe di “rimandare” la marcia dell’Europride prevista per sabato a Belgrado, adducendo «motivi di ordine pubblico» dopo le protese di gruppi religiosi e di estrema destra che minacciavano una contromanifestazione. Belgrado sarebbe stata la prima città dell’Europa sudorientale e la prima al di fuori dello Spazio economico europeo ad ospitare un grande evento per la Comunità europea Lgbtiq+.

«Qualsiasi tentativo di vietare un Pride è una violazione degli articoli 11, 13 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, ratificata dalla Serbia come membro del Consiglio d’Europa – ha ricordato la presidente della European Pride Organizers Association Kristine Garina – Il divieto è incostituzionale, sarà impugnato in tribunale e sarà annullato».

In attesa di sapere cosa ne sarà della parata al Dom Omladine di Belgrado, che funge da Pride House, si stanno organizzando: cercheranno di negoziare un percorso diverso per la marcia con le istituzioni. La prima ministra Ana Brnabic, prima donna lesbica dichiarata a ricevere un incarico governativo in Serbia, è stata vista entrare nello spazio mentre la folla cantava «vogliamo il Pride», scrive il Balkan Insight.