La commissione di garanzia per le primarie del centrosinistra a Napoli ha respinto il secondo ricorso presentato da Antonio Bassolino contro la proclamazione dei risultati. «Non se ne possono uscire così, è una presa in giro» ha commentato l’ex governatore via twitter. Resta a Valeria Valente la vittoria con 452 voti di scarto: «La commissione ha sancito un risultato chiaro, netto e definitivo. Lavorerò affinché tutti i protagonisti delle primarie possano condividere questo percorso. Il Pd e un centrosinistra ampio e competitivo raccoglieranno questa sfida».
Nell’atto discusso ieri si fa riferimento ai 5 seggi in cui, in base ai video diffusi da Fanpage, ci sarebbero state irregolarità all’esterno, in particolare si fa riferimento al divieto di propaganda elettorale entro i 200 metri dalle urne. I rappresentanti dell’ex governatore mercoledì, durante la discussione del primo ricorso, andarono via in polemica con la commissione, accusata di essersi riunita avendo già la soluzione in tasca. Ieri sono rimasti fino al voto ma il finale è stato lo stesso: «Non abbiamo potuto visionare i verbali – hanno spiegato -, sulla faccenda degli euro distribuiti fuori ai seggi ci hanno detto che è un contributo volontario e invece per noi è una condizione di voto, come da regolamento. Soprattutto, contestiamo che il presidente possa aver scritto il dispositivo messo ai voti in un’ora e mezza. Un documento articolato e dettagliato. Siamo di fronte, ancora una volta, a una decisione preconfezionata». La conclusione è drastica: «Andremo avanti per la nostra strada. Per il Pd, a Napoli e a livello nazionale, è come se non fosse successo nulla. Ci dicono che bisogna sedersi a un tavolo per la ricomposizione politica, ma ormai è tardi».
I lavori erano iniziati a mezzogiorno. Alle 15.30 il presidente, Giovanni Iacone, si era ritirato per stilare la mozione. Già nel primo pomeriggio era apparso chiaro che si andava verso un nuovo rigetto. Intanto, Bassolino commentava davanti alle telecamere dei tg: «Penso di aver vinto moralmente, politicamente e, se si fa luce sui seggi contestati, anche numericamente». Su facebook i sostenitori postavano: «Tira una brutta aria».

La commissione ha votato a maggioranza: assenti socialisti e repubblicani, è finita 7 a 4. Con Bassolino Centro democratico e il rappresentante di Area Riformista, che alle primarie ha sostenuto Marco Sarracino. «A Napoli non ci sono stati brogli, del resto anche nel ricorso si sostiene questo – ha spiegato il presidente Iacone -. Si sostiene che nel raggio di 200 metri ci sarebbero violazioni di norme, ma anche nelle elezioni normali in questi casi si sanziona chi ha fatto illeciti, non si sovverte il voto di chi è andato al seggio. La giurisprudenza è chiara e consolidata». Riconfermata la proclamazione di Valente, la commissione chiede a Bassolino di cambiare passo: «Tutti i candidati si erano impegnati a rispettare il risultato delle primarie e a lavorare per la vittoria alle comunali. La clausola che hanno sottoscritto impedisce di rivolgersi ad altri organi. Occorre ora ogni sforzo perché il Pd si presenti unito alle elezioni».
Bassolino potrebbe proseguire la guerra appellandosi agli organi nazionali, ma sul fronte procedurale non farà molta strada. Lo scontro può solo essere ricondotto nel recinto della politica ma ricomporre il quadro è molto difficile, visto che le primarie si sono trasformate in uno scontro all’arma bianca tutto interno al Pd. All’ex governatore resta l’arma della lista civica: sabato scorso al teatro Augusteo ha urlato «sono in campo per vincere» ma il Pd nei sondaggi è quarto, fuori dal ballottaggio. Diviso in due, l’unica competizione aperta è per entrare in consiglio comunale.
Ieri si è riunita anche la commissione provinciale di garanzia del Pd per esaminare la posizione degli iscritti coinvolti nel caso sollevato da Fanpage: il consigliere comunale Antonio Borriello e quello municipale Gennaro Cierro. Verranno sentiti nei prossimi giorni, rischiano sanzioni che vanno dall’ammonizione all’espulsione dal partito.