L’affaire Chiorazzo prosegue con le triangolazioni tra la Basilicata (la Regione al quale l’imprenditore del privato sociale aspita), Roma (dove ricevono i big dei partiti del costruendo campo largo,) e l’Abruzzo (la terra in cui la politica nazionale si è trasferita ancora per qualche giorno e che dovrebbe fungere da modello per la coalizione lucana). La giornata di ieri, nello specifico, è stata quella in cui i leader di Partito democratico e Movimento 5 Stelle hanno dovuto prendere atto una volta per tutte che non si tratta di discutere su Angelo Chiorazzo bensì con Angelo Chiorazzo.

Dunque, il quasi-candidato è tornato nella capitale. In mattinata ha interloquito prima con Elly Schlein e poi è andato a casa di Giuseppe Conte, che aveva posto il veto sulla sua figura. Gli incontri si sono svolti tra sorrisi e pacche sulle spalle: tutti i partecipanti che giurano di essere impegnati a trovare «la soluzione migliore» per le elezioni regionali del 21 e 22 aprile prossimi. L’impressione è che, nonostante il tempo tiranno e il percorso tortuoso degli ultimi giorni, si sia individuato almeno uno schema di azione. Che consiste nel trattare l’imprenditore delle terzo settore non come un convitato di pietra, prima approvato poi da mettere da parte, ma come uno dei soggetti politici in campo con la sua lista «Basilicata Casa Comune».

Da qui è giunta la sensazione che il compromesso fosse a portata di mano: il nome che unisce il campo largo lucano deve essere gradito anche a Chiorazzo, se non addirittura proposto da lui stesso. «Stiamo lavorando per la Basilicata- conferma Conte – Serve una candidatura credibile e rappresentativa di tutti e di tutte le forze civiche. Ci siamo confrontati con Chiorazzo e continueremo a confrontarci con lui, con il Pd e tutte le forze che vogliono lavorare per uno schieramento progressist. L’obiettivo è avere un programma serio e credibile, e un candidato che rappresenti tutti in modo affidabile».

Questa impressione pare consolidarsi fino al pomeriggio, quando l’ex candidato in pectore ha fatto sapere di voler vendere cara la pelle e rilascia una nota che gela le forze politiche del centrosinistra: «Comprendo che in questi giorni si stanno muovendo numerosi interessi politici, locali e nazionali, attorno alla Basilicata – premette – È vero che è in corso un dialogo cordiale e aperto con il Pd e il M5S a livello nazionale per cercare una soluzione per essere competitivi in vista delle elezioni regionali del 21 e 22 aprile». Tuttavia, aggiunge, «la nostra campagna elettorale va avanti. Allo stesso tempo sto facendo tutto il possibile, continuando il confronto già avviato con tutte le forze politiche, per rendere più forte il campo dell’alternativa».

Tutto da rifare? Il nome non c’è, perché serve l’ok anche del terzo giocatore ormai entrato ufficialmente in campo. Ma, seppure in zona Cesarini, è evidente che le diverse parti si parlino e sembrino intenzionate a trovare una soluzione. Pd e M5S vogliono guardare il bicchiere mezzo pieno. «Occorre un ulteriore passaggio per giungere all’indicazione di una candidatura credibile e unitaria – fanno sapere in serata i 5 Stelle – Una candidatura che faccia sentire tutte le forze coinvolte rappresentate e rispecchi la volontà di cambiamento espressa dal territorio lucano». E il duo Baruffi&Taruffi (responsabili organizzazione ed enti locali) descrive un Pd «impegnato ad unire, rivolgendosi a tutti e ancora oggi si è confrontato con Angelo Chiorazzo per trovare insieme una soluzione positiva».