Stavolta non dovrebbero più esserci dubbi o clamorose retromarce: domenica, dopo il forfait dell’oculista Domenico Lacerenza, il fronte giallorosso ha individuato il candidato per le regionali in Basilicata: si tratta di Piero Marrese, Pd, classe 1980, sindaco di Montalbano Jonico (rieletto nel 2020 con oltre l’89%) e presidente della provincia di Matera dal 2018. Un politico a tutto tondo, il cui nome era già circolato nelle ultime settimane, quando Schlein aveva deciso di scaricare Domenico Chiorazzo (che il Pd lucano aveva incoronato a novembre) per tentare di recuperare i 5 stelle.

UNA OPERAZIONE ad altissimo rischio, quella del trapianto di candidato, che aveva provocato il rigetto di una buona fetta di dem locali, e il conseguente ritiro dell’oculista. Ora Marrese parte parecchio azzoppato, visto che Chiorazzo nel frattempo ha confermato la sua corsa in solitaria e Azione (che in Basilicata è dominata dai fratelli Pittella) ha scelto di sostenere il governatore uscente di destra Vito Bardi.

Marrese sta cercando in ogni modo di trovare un’intesa last minute con Chiorazzo, in teoria c’è tempo entro sabato (deadline per la presentazione delle candidature e delle liste), ma è una strada molto in salita. Il suo nome è stato tirato fuori troppo tardi, dopo la magra figura fatta da Pd e 5S con Lacerenza. Schlein però è discretamente soddisfatta perché ha raggiunto il suo obiettivo: replicare lo schema sardo anche in Lucania, e cioè l’alleanza con Conte e rossoverdi.

MARRESE NON SI DÀ per vinto e ha poco più di un mese di tempo per tentare la rimonta. E già si lancia in pronostici ottimistici: «Battere Bardi? Ne sono sicuro, dobbiamo continuare a lavorare sull’ascolto dei territori. Il mio non è il campo largo, è il campo vincente, non sono l’ultima scelta per il centrosinistra», ha detto ieri a Un Giorno da pecora. «Questa è una grande sfida per liberare la Basilicata da una destra che ha fallito completamente».

Il candidato ripropone un tema ampiamente gettonato durante la campagna in Abruzzo: «Io sono l’unico candidato lucano in corsa, Bardi è nato in Basilicata ma vive prevalentemente fuori, come Marsilio in Abruzzo». E lancia bordate ai centristi: «Vedremo quale sarà il risultato di questa unione fuori dal comune: è anomalo criticare e combattere sui territori contro l’attuale giunta e poi stare insieme», dice riferendosi al fatto ceh in questi 5 anni Azione è stata all’opposizione di Bardi.

MARCELLO PITTELLA, DOMINUS di Azione da quelle parti, domenica in un audio inviato ai suoi sostenitori, per giustificare l’ingresso nel centrodestra si è lanciato in paragoni improponibili: «Sapete quando deportavano gli ebrei e dovevano portarli nelle camere a gas? Ecco, io sono un ebreo per loro che deve morire», ha detto riferendosi a Pd e 5 stelle. E rivelando un ultimo tentativo di alleanza con Chiorazzo (fallito) e dunque la decisione di allearsi con Fdi «con tutte le difficoltà del caso». Parole cui sono seguite delle pubbliche scuse per «l’iperbole ingiustificata», dovuta, secondo Pittella, a «giorni di stress e tensione emotiva». Ma anche da Azione, con Ettore Rosato, sono arrivate critiche per il parallelo con la Shoah. A sorpresa arriva la frattura in casa Pittella: Gianni, ex europarlamentare Pd, prende le distanze dalle scelte del fratello: «Non mi riconosco nella scelta di Azione in Basilicata».

DA MARRESE ARRIVANO parole al miele per Chiorazzo che, come Soru in Sardegna, potrebbe togliere molti voti al centrosinistra: «Una bravissima persona, abbiamo l’obiettivo comune di battere Bardi. Lo convincerò a lavorare insieme pensando al futuro dei nostri figli». Parole che rivelano come il pressing per tentare un accordo sia ancora in corso. Marrese si è già buttato ventre a terra nella definizione delle liste e del programma insieme a Pd, 5 stelle e alleati.

A domanda spiega che il suo modello è Rocco Scotellaro, che a 20 anni nel Dopoguerra fu sindaco socialista di Tricarico (Matera) e poeta. «Come lui provengo da una famiglia umile, mio padre è agricoltore, mia madre casalinga. E come lui credo nel riscatto sociale per rilanciare il territorio. Seguendo le sue orme, vogliamo essere una voce concreta, umile, corale per una regione che ha voglia di rinascere». Ma perchè i giallorossi sono arrivati su di lui all’ultimo secondo? «Non mi sono proposto prima per non dividere», svicola Marrese.

ROBERTO SPERANZA, IL BIG PD che aveva lanciato Chiorazzo, assicura la massima collaborazione: «Darò una mano, come giusto che sia». Gianni Cuperlo dà un consiglio al neocandidato: «Iniziare a girare palmo a palmo la regione anche chiedendo scusa per l’immagine che abbiamo offerto, magari dicendo “abbiamo compiuto degli errori”. Forse in questo modo si recupererebbe quel tanto di credibilità necessaria».

IL PUNTO ORA, PER IL centrosinistra, al di là della sommatoria di sigle, è proprio recuperare la fiducia dei potenziali elettori. Alle politiche 2022, Pd e rossoverdi presero il 21%, il M5S il 25%; il centrodestra unito il 38% e Azione-Iv il 9,8%. Sulla carta la partita potrebbe essere ancora aperta, ma il caos delle ultime settimane rischiano di essere mortali per il centrosinistra. Il candidato prova a usare l’ironia e racconta lo slogan suggeritogli da un amico: «Vota Marrese, un ragazzo simpatico e cortese». Difficile che possa bastare.