«Ho chiesto ai parlamentari del mio partito, agli amministratori territoriali e ai militanti che possono dedicare mezza giornata a questo impegno di scendere in piazza e di andare incontro alle persone». Matteo Renzi ha scritto decine di post su facebook, tweet ed enews per annunciare un suo impegno diretto in campagna elettorale. Ieri, probabilmente per la prima volta, si è messo in secondo piano rispetto a quello che lui stesso aveva annunciato come il momento più importante in vista del ballottaggio. Domani il Pd aprirà i suoi banchetti in giro nella città italiane nel giorno in cui si sarebbe dovuta pagare l’Imu sulle prime case e non si pagherà perché il governo l’ha abolita (per tutti, affittuari e proprietari di ville). Un’occasione di propaganda inventata dal presidente del Consiglio alla quale però lui stesso, a meno di sorprese, non parteciperà. Prova che anche a palazzo Chigi hanno capito che l’appoggio del premier ai candidati del Pd a questo punto è controproducente.

La strategia del silenzio prevede anche una partenza. Domani, il giorno dei banchetti, Renzi volerà a San Pietroburgo dove l’aspetta Putin per il Business forum, un appuntamento non esattamente di primissimo piano. Quando il premier tornerà in Italia, venerdì sera, saremo già quasi nel giorno del silenzio elettorale. E Renzi potrebbe non esserci neanche il giorno dopo le elezioni, quello dei commenti: potrebbe infatti anticipare un viaggio a New York in programma da tempo per sostenere la candidatura dell’Italia a un seggio permanente delle Nazioni unite.

I due vice segretari del Pd e i due capigruppo hanno intanto scritto a tutti i deputati del partito per chiedere un impegno straordinario in vista del «no tax day» di domani. «Fatevi vedere ai tavolini e nelle iniziative organizzate nelle vostre città dal vostro livello provinciale o da voi medesimi, ma mettetevi anche al telefono per chiamare uno per uno i possibili elettori: nei ballottaggi è accaduto spesso che un candidato vinca o perda per qualche centinaio di voto. La parte organizzativa dunque è semplicemente decisiva». La sfortuna, o la scarsa cura nella parte organizzativa, ha voluto però che il giorno scelto per festeggiare la fine dell’Imu sulla prima casa sia lo stesso in cui cadono almeno una ventina di altre scadenze fiscali. Difficile che i militanti e i parlamentari Pd incontrino in strada tanti contribuenti desiderosi di festeggiare. Non ci sarà la minoranza del partito, che già fu contraria all’abolizione indiscriminata della tassa sulla prima casa per ricchi e poveri. La scelta ha sollevato polemiche, con la prevedibile accusa da parte della maggioranza ai bersaniani di disertare nel momento di maggior bisogno.
Di certo però si noterà di più l’eventuale assenza del presidente del Consiglio, come si nota già il profilo bassissimo tenuto in questa seconda parte di campagna elettorale. Dimenticata la presenza costante in tv e la sfida quotidiana sul referendum, diradate anche le uscite sui social network, con gli ultimi post dedicati a festeggiare la vittoria della nazionale e l’emozione per l’inno di Mameli. All’eterno tema del referendum costituzionale, Renzi ha dedicato solo un piccolo passaggio, invitando a controllare il sito del comitato per il Sì. Che è stato finalmente aggiornato e sono comparse le faccine dei testimonial eccellenti, da Napolitano a Benigni e Buffon. L’ultimo spot potrebbe però arrivare oggi, con un consiglio dei ministri convocato senza un ordine del giorno fino a sera: in attesa c’è il decreto per cancellare le multe per lo sforamento del patto di stabilità. In quelle città metropolitane dove domenica si vota.