Gianluca Festa si era dimesso dall’incarico di sindaco di Avellino il 26 marzo, quando era emerso che era indagato dalla Procura della Repubblica della città irpina. Sperava in questo modo di evitare l’arresto. Ieri, però, è finito ai domiciliari. La misura cautelare nei suoi confronti è stata eseguita neppure 24 ore dopo l’insediamento del commissario prefettizio, che avrà il compito di traghettare la città fino alle elezioni in calendario a giugno.

L’arresto – secondo il comunicato emesso ieri dalla Procura di Avellino – è stato chiesto al gip che lo ha concesso perché il sindaco dimissionario avrebbe cercato di inquinare le prove e di depistare le indagini. L’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari è stata eseguita anche nei confronti di Filomena Smiraglia, l’architetta che fino ad un mese fa dirigeva in Comune i settori dei Lavori pubblici e delle Attività produttive, e di Fabio Guerriero, anch’egli architetto. Tutti presenteranno ricorso al Tribunale del riesame. Ieri sono stati anche effettuati accessi ad alcuni conti bancari e sono state eseguite perquisizioni a carico di altri indagati, tra i quali Laura Nargi, ex vicesindaco e assessora del comune di Avellino.

Nella città campana che è stata per decenni un feudo elettorale della Dc di Ciriaco De Mita, dunque, si inasprisce la bufera giudiziaria che un mese fa ha travolto i vertici dell’amministrazione comunale. Le ipotesi di reato che la Procura contesta al sindaco dimissionario sono: tentata induzione indebita, corruzione per l’esercizio della funzione, rivelazione di segreto d’ufficio, falso in atto pubblico, peculato e depistaggio.

La tentata induzione indebita è relativa alle pressioni che Festa avrebbe esercitato nei confronti di operatori economici, che erano legati da rapporti contrattuali con il comune, affinché sponsorizzassero alcune iniziative e la squadra di pallacanestro di Avellino, la Felice Scandone. Un quintetto nel quale l’ex sindaco aveva giocato e che aveva contribuito a salvare dal fallimento con un sostegno personale di 20.000 euro.

L’ipotesi di corruzione riguarda, invece, finanziamenti che Festa avrebbe ricevuto dal titolare di un punto vendita di una catena della ristorazione come contropartita di favori concessi a quest’ultimo dall’amministrazione comunale. La rivelazione di segreto d’ufficio sarebbe stata commessa in occasione di due concorsi per assumere al comune di Avellino 10 istruttori di vigilanza e 3 funzionari tecnici.

Le domande sarebbero state passate a persone vicine al sindaco e ad altri indagati – Guerriero avrebbe fatto così assumere una sua collaboratrice di studio – prima che si svolgesse la prova. Il peculato è contestato a Festa perché avrebbe fatto sparire il computer dell’ufficio per occultare prove a suo carico. Il percorso politico di Festa si è svolto per un decennio tra liste civiche e Pd. La rottura con i demo si è consumata nel 2019, quando lui si era imposto al ballottaggio contro il candidato del Pd. Nel 2022 era stato espulso dal partito.