Ci sono nove cittadini europei rinchiusi nel centro di detenzione amministrativa di Amygdaleza, struttura alle porte di Atene in genere utilizzata per i migranti, in attesa di un’espulsione dal paese ellenico che sarebbe senza precedenti. Arriverà se i ragazzi – che vengono da Francia, Italia, Spagna e Germania – «non saranno in grado di dimostrare che sono residenti e impiegati in Grecia». Un bel saluto alle regole europee.

Non sono stati condannati per nulla, ma semplicemente arrestati durante le proteste in solidarietà alla Palestina. Martedì scorso oltre 200 poliziotti hanno attaccato e sgomberato la facoltà di giurisprudenza nel centro della capitale, dove gli universitari avevano piazzato le tende, come in moltissime altre università in giro per il mondo e nel resto della Grecia.

L’aggressione della polizia è avvenuta in piena notte. Dopo aver picchiato chiunque si trovassero davanti, i poliziotti di Mitsotakis hanno portato 28 giovani nella questura centrale accusandoli di presunte violenze o inesistenti vandalismi. La data del processo resta da stabilire. Per l’occasione è stata anche rispolverata una legge dei colonnelli che punisce chiunque si rifiuti di dare le impronte digitali. Da segnalare che sono stati portati alla luce diversi casi di manipolazione delle impronte da parte della polizia a sostegno delle sue ipotesi accusatorie.

Per lo sgombero dell’università i poliziotti hanno invocato presunti «ordini superiori», ma il nuovo codice penale imposto dal governo di Mitsotakis offre loro la possibilità di prendere l’inizativa e arrestare, imputare e trattenere chiunque. L’operazione è stata seguita da vicino dalle telecamere delle televisioni, davanti alle quali gli agenti hanno presentato alcune scope rinvenute sul posto come pericolose armi e delle aule abbandonate da tempo come distrutte dagli occupanti. Il responsabile dell’ingresso della facoltà, invece, ha depositato una testimonianza a uno dei legali che difendono gli studenti con una versione completamente diversa: l’occupazione si è svolta in maniera del tutto pacifica e tranquilla.

Intanto una trentina di sindaci del paese hanno protestato contro le scelte del premier Mitsotakis, sempre allineate alle direttive di Washington, innalzando sui loro municipi le bandiere della Palestina.

Mercoledì pomeriggio, invece, un corteo di protesta con oltre cinquemila persone ha sfilato nel centro di Atene e portato i colori palestinesi fin sotto l’ambasciata israeliana. Qui i poliziotti hanno attaccato il corteo, usando manganelli e gas lacrimogeni. Tre manifestanti sono stati sottoposti a fermo.