Oltre 290mila case e attività commerciali tra la Louisiana e il Texas sono rimaste senza elettricità a causa dell’uragano Laura, che ha raggiunto le coste degli Stati Uniti con venti oltre i 240 chilometri orari.

Al suo impatto Laura aveva raggiunto la categoria 4, per poi indebolirsi passando alla categoria 3, rimanendo distruttivo, con forti venti e forti piogge e il potenziale per generare violenti tornado.

Almeno tre morti sono stati confermati. I governatori dei due Stati hanno preso precauzioni Covid-19 per i rifugi e gli sforzi di salvataggio; molti di coloro che sono stati evacuati con le navette statali sono stati portati in hotel e motel piuttosto che in grandi rifugi collettivi come le palestre.

Questo sforzo di consapevolezza arriva poco dopo la mossa del Center for Disease Control and Prevention, Cdc, evidentemente dettata dai voleri dell’amministrazione Trump, per cui non si è più tenuti a sottoporsi al test dopo essere venuti in contatto con una persona malata di Covid-19.

Molti governatori tra cui Andrew Cuomo, New York, e Phil Murphy, New Jersey, hanno dichiarato che non seguiranno «questo inspiegabile dietrofront», mentre il direttore del Cdc, Anthony Fauci, ha fatto sapere che la decisione è stata presa dalla Task Force mentre lui era «sotto anestesia e sottoposto a un’operazione chirurgica».

Il pericolo di sovrapporre pandemia e disastri naturali è stato sottolineato anche dal governatore della California, Gavin Newsom, che sta cercando di contenere due enormi incendi, considerati il secondo e il terzo più estesi della storia dello Stato.

Entrambi gli incendi sono stati provocati dai fulmini e coinvolgono la zona a sud est e quella a nord di San Francisco, ciascuno su una superficie di quasi 1.500 chilometri quadrati. Fino ad ora si contano cinque morti e decine di migliaia evacuate.