Pedro Almodóvar e Penélope Cruz sono una coppia consolidata, insieme hanno girato sette film, compreso Madres Paralelas che ha inaugurato la Mostra. Inevitabile che in conferenza stampa i due oscurino Milena Smit, Israel Elejalde e Aitana Sánchez-Gijón, gli altri interpreti presenti, che a stento riescono a inserirsi nel consolidato duetto.

PENÉLOPE ricorda «avevo sedici anni quando ho visto Légami di Pedro», praticamente una folgorazione che l’ha spinta a diventare attrice e a voler lavorare con quel regista. «Poi quando lui mi ha chiamato… perché lui è la mia sicurezza, io so che c’è lui e che lui è lì sul set per noi attori, sempre disponibile. Cerco di non assillarlo per partecipare ai suoi film, ma aspetto sempre per vedere se mai ci fosse qualcosa per me dopo che ha terminato una sceneggiatura. Mi sento come la ragazza più fortunata del mondo per avere lavorato con lui nell’arco di ventiquattro anni su sette progetti diversi. Anche se qualche volta mi dice che soffro troppo quando cominciamo le riprese. Ma ci sono alcune cose, se prendi davvero seriamente il tuo lavoro, per cui devi davvero scoprire parti di te stessa».

Anche Pedro ha parole di miele per la sua musa «La ammiro moltissimo come attrice, ma soprattutto parliamo la stessa lingua. Lei è bella, fotogenica, questo è evidente, ma io chiedo molto agli attori e lei ha un carattere forte, lavora molto e in profondità. Quando scrivo un film, se c’è un personaggio che ha la sua età penso subito a lei. Il nostro rapporto si è alimentato con il lavoro e con le prove, per esempio ne abbiamo fatte molte per questo complesso ruolo di madre».
Aggiunge Pedro che quelle del film sono «madri imperfette, vivono periodi e situazioni complesse da risolvere. Le figure femminili che mi hanno educato erano invece quelle di madri onnipotenti».

SMIT è l’altra madre del film e dice che «il suo personaggio rappresenta l’innocenza. Una ragazza che affronta una situazione complicata, si adatta, affronta i problemi». Aitana Sánchez-Gijón, che interpreta sua madre, che la lascia, di nuovo, per inseguire il successo teatrale, afferma «capisco il mio personaggio, perché è anche una lottatrice, una donna che vuole raggiungere i propri sogni». Poi però nel film c’è come sottotesto un momento di riflessione sulla Spagna e «la Memoria Storica che è una questione ancora sospesa, – prosegue Pedro – Io sono molto sensibile su questo argomento. Nonostante una legge del 2007, siamo alla generazione dei nipoti e pronipoti di quanti sono desaparecidos durante la guerra che devono avere risposte. Durante la dittatura chi aveva subito queste perdite aveva una paura patologica nel parlarne. Il desaparecido più famoso è anche il nostro poeta più famoso, García Lorca (citato nel film ndr). C’è ancora un cattivo rapporto con la storia da parte degli spagnoli. Nel film è citata una frase ignobile di un rappresentante del governo che si vantava di avere investito zero euro per il recupero della Memoria Storica».

Visto che invece nel film si racconta della scoperta di una fossa comune dove 85 anni prima erano stati sepolti degli antifascisti, perché il bisnonno del personaggio interpretato da Penélope era tra loro, Pedro risponde su eventuali contestazioni della destra che anche nel suo paese sta guadagnando consensi. «La destra reagisce su tutto, spesso in modo delirante, preferisco non pensarci e non anticipare. Si tratta di una battaglia che non esiste perché proprio non possiamo capirci. Addirittura, c’è un partito che afferma cose che non sono mai state dette, anche incostituzionali, volgarità di basso livello».