Alessandria fu il primo capoluogo di provincia piemontese, nel lontano 1993, ad essere amministrato dalla Lega Nord di Umberto Bossi che proprio da quella città cominciò l’espansione fuori dai confini lombardi. Anche oggi il primo cittadino è del Carroccio e a tirare le file del centro destra ad Alessandria c’è il potente capogruppo leghista a Montecitorio, Riccardo Molinari. Sarà per questo che da alcune settimane la città è tappezzata dai 6×3 con il faccione del sindaco uscente Gianfranco Cuttica che tenta la riconferma già al primo turno.

La campagna elettorale che ufficialmente comincia in questi giorni è, in verità, già iniziata i primi di aprile quando l’ex asilo del Monserrato che ospita, da 4 anni, la Casa delle Donne, ha rischiato lo sgombero. La denuncia delle attiviste di Non una di meno ha prodotto due reazioni di segno opposto: da una parte la maggioranza che sostiene Cuttica che si è affrettata a dichiarare la sua estraneità alla richiesta, rimpallando le responsabilità sulla Regione (e sull’assessora leghista Chiara Caucino) visto che la struttura è di proprietà dell’Ipab (istituto pubblico di assistenza e beneficenza).

Dall’altra un fronte ampio e composito di solidarietà nei confronti dell’esperienza femminista con il candidato sindaco di centro sinistra, Giorgio Abonante, che si è presentato alla Casa per portare la solidarietà della sua coalizione garantendo, in caso di vittoria, che avrebbe fatto di tutto per evitare lo sgombero che, ad oggi, non è stato eseguito.

Abonante è capogruppo uscente del Pd dopo aver ricoperto la carica di assessore nella precedente giunta di centro sinistra. Intorno al suo nome si è riunito il cosiddetto «campo largo» con 6 liste che vanno dal Pd a Europa Verde, dai moderati ai 5 Stelle. La sinistra politica alessandrina però non è stata in grado di presentare nessuna lista né in appoggio di Abonante né costruendo candidature alternative. Oltre alla lista dei Verdi, Articolo Uno (questa è la terra di un altro capogruppo, quello di LeU Federico Fornaro) ha candidato propri esponenti nella lista civica di appoggio al candidato Pd.

Fuori dai poli a destare interesse ma soprattutto apprensione nel centro destra è la corsa in solitaria di Giovanni Barosini, assessore fino al febbraio scorso di Cuttica, sostenuto da alcune civiche centriste e da Azione. Proprio Barosini potrebbe essere la vera sorpresa di queste elezioni e l’ago della bilancia in un probabile ballottaggio il 26 giugno prossimo.

ANCHE LA VICINA ASTI voterà sindaco e consiglio comunale il 12 giugno e, anche qui, il sindaco uscente, Maurizio Rasero, tenta la riconferma. Nello scorso fine settimana per rafforzare la sua candidatura Rasero, accompagnato dal governatore Alberto Cirio, si è recato in pellegrinaggio politico ad Arcore per riceve l’appoggio di Silvio Berlusconi. A differenza di Alessandria, nella città del palio c’è uno storico radicamento della composita galassia delle sinistre, a partire dalla Casa del Popolo di Asti, che 5 anni fa aveva costruito una coalizione alternativa, Uniti si può (che prese il 7%), che questa volta appoggia (dopo averlo suggerito) il medico Paolo Crivelli anche qui in una coalizione larga che va dalla sinistra ai 5 Stelle passando per Pd e moderati.

La città di Asti è stata caratterizzata, da quando è stata introdotta l’elezione diretta dei sindaci, da una perfetta alternanza destra-sinistra ogni 5 anni ed è su questo che punta lo schieramento democratico per garantirsi il ballottaggio oltre che sulla gestione dei fondi europei del Pnrr che hanno evidenziato tutti i limiti dell’attuale amministrazione a guida forzista. La galassia centrista corre in solitaria con il musicista Marco Demaria.

CUNEO, CAPOLUOGO della Granda è invece da sempre feudo inespugnabile delle forze centriste che, in alleanza con il Pd, governano la città da oltre 30 anni. Dopo febbrili trattative la candidata sindaca è l’assessora uscente Patrizia Manassero, esponente Pd, che però non avrà l’appoggio né dei 5S (che corrono in solitaria) né del civismo di sinistra che nella città ha una sua forza e tradizione consolidata.

Proprio l’esperienza di Cuneo per i beni comuni, che nel 2017 con Nello Fierro aveva sfiorato il 10% (a 4 punti di distanza dall’allora candidato di centro destra), spera, con la candidatura di Luciana Toselli, di andare al ballottaggio contro Manassero attraverso una coalizione civica alternativa formata da tre liste che stanno incalzando il centro sinistra sui temi urbanistici come il nuovo ospedale e i nuovi centri commerciali e su una diversa idea di città a partire dalla mobilità sostenibile che archivi il progetto di parcheggio sotterraneo nel cuore del centro di Cuneo.