Una nave che affonda, una colonna di fumo nero su un mare color turchese. Sono queste le immagini in onda sulla tv di Stato iraniana. È così che gli iraniani sono venuti a sapere che la nave Kharg, la più grande della loro flotta (è lunga 207 metri), è affondata nel mare di Oman nei pressi del porto di Jask dopo un incendio durato parecchie ore. Da imputare a «un sistema della nave», l’incendio sarebbe scoppiato martedì verso le 11 ora locale (le 7:30 italiane) e la nave sarebbe affondata in acque iraniane, non lontano dalle acque internazionali, verso le 8:30 di mercoledì (le 5 italiane). 400 i marinai a bordo, subito evacuati. Nessuna vittima, solo ustioni leggere per una ventina di marinai.

Ventiquattro ore dopo, denso fumo e fiamme si alzano dal sud di Teheran dopo un’esplosione causata «da una fuoriuscita di gas liquido» nella più importante raffineria della Repubblica islamica. Mentre il nero oscura il cielo della capitale iraniana le immagini satellitari sul sito di maxar.com mostrano che la Makran, una petroliera in disuso riconvertita in nave di appoggio avanzata e varata a gennaio, sarebbe attualmente in navigazione verso il Venezuela con un carico di 7 missili lunghi 17 metri e mezzo di tipo Peykaap e imbarcazioni da combattimento come quelle usate dai pasdaran nel Golfo persico.

Se l’incendio a bordo della Kharg si poteva inizialmente imputare a un guasto, ora è evidente che si tratta di un sabotaggio, probabilmente un colpo di coda del premier israeliano Netanyahu mentre lotta per non essere costretto a lasciare l’incarico. Dal 2019 la Repubblica islamica e lo Stato ebraico giocano una pericolosa battaglia navale. Ad aprile, per esempio, le autorità di Teheran avevano reso noto che la nave commerciale MV Saviz aveva subito danni nel Mar Rosso in seguito a un’esplosione di origine non determinata, ma sul New York Times avevamo letto che era stata presa di mira dal Mossad dopo che l’Iran aveva colpito navi dello Stato ebraico.
In servizio da quarant’anni, la nave iraniana Kharg affondata ieri era definita dalle autorità di Teheran «una nave scuola di sostegno». Secondo il portavoce regionale della Marina iraniana, la nave stava effettuando «una missione di addestramento e aveva a bordo circa 400 uomini di equipaggio e allievi ufficiali». Per il sito americano GlobalSecurity.org specializzato in questioni militari, si sarebbe trattato in realtà di una nave d’appoggio e portaelicotteri costruita nel Regno Unito.

Ordinata da Muhammad Reza Shah Pahlavi (1941-79), il sovrano cacciato durante la Rivoluzione del 1979, sarebbe stata consegnata nel 1984 e dunque durante la guerra Iran-Iraq (1980-1988). In quegli anni, la strategia dell’Occidente in Medio Oriente era il «doppio contenimento»: gli Stati uniti e l’Europa (fatta eccezione per l’Irlanda) vendettero armi sia al dittatore iracheno Saddam Hussein sia all’ayatollah iraniano Khomeini. L’obiettivo era che si facessero la guerra, indebolendosi a vicenda, affinché non prendessero di mira Israele.

Ieri, la nave Kharg è affondata di fronte al porto iraniano di Jask, strategico per le autorità di Teheran. Che pochi giorni fa avevano infatti reso noto di aver terminato il progetto di oleodotto che giunge fin qui, permettendo di guadagnare qualche giorno di navigazione rispetto al porto di Kharg (da cui prende il nome la nave), nel Golfo persico, evitando di transitare dallo stretto di Hormuz, al centro di un braccio di ferro con gli Stati Uniti. Caricando l’oro nero nel porto di Jask, le petroliere iraniane riuscirebbero così a sfuggire al controllo delle navi da guerra statunitensi nel Golfo.