Quello che è mancato è stato l’elettorato. Affluenza al voto al 46%, più bassa di quella già scarna del 2016. La città è rimasta sostanzialmente indifferente e, stavolta, non solo nelle periferie emarginate ma anche tra la borghesia del centro. A testimonianza che la democrazia sta male e non poco.
Una particolare compattezza, dal centro all’estrema destra, non è bastata al sindaco uscente Roberto Dipiazza per sfondare al primo turno. C’è arrivato vicino, sfiorando più volte il 50% durante lo spoglio. Sarebbe stata la prima volta a Trieste di un sindaco eletto al primo turno. Un record personale per Dipiazza che, dopo un doppio mandato nel 2001, avrebbe raggiunto un quarto mandato di evidente peso. Invece no, fermato al 47% e mandato al ballottaggio. Non è deluso, dice, si sente orgoglioso, rispetto al resto d’Italia, di essere il sindaco di una città dove la destra è in forte vantaggio.
Dietro, lo sfidante Francesco Russo, già senatore Pd, con una squadra in parte nuova e giovane che però è rimasto al 31% pur garantendosi il ballottaggio. Testa a testa tra il Pd e Fratelli d’Italia per essere il primo partito, davvero poche decine di voti.
Un buon risultato per Riccardo Laterza e Adesso Trieste. Lista nuova e una campagna elettorale capillare, intensa, coinvolgente; alla sua prima comparsa in una tornata elettorale ha superato l’8%. E non si può certo parlare di un voto di protesta: Adesso Trieste ha sempre rivendicato un cambiamento radicale di paradigma, di mentalità, di approccio ma ne ha descritto la cornice con molta precisione in un programma che, entrando nel merito di ogni singolo problema, ne ha illustrato la percorribile soluzione. Un voto di consapevolezza, dunque.
A sorpresa, un sonoro 4,5% alla lista No Vax che ha portato in piazza diecimila persone ogni settimana per tutta l’estate, incoronando Trieste come la città più antivaccino d’Italia. Un mix di No Vax e No GreenPass fatto di transfughi cinquestelle, molta destra anche violenta e parecchia sinistra antagonista. Probabilmente molti voti di protesta si sono riversati lì, nonostante l’unico programma esposto dal candidato Ugo Rossi sia stato togliere, non si sa come, tutti gli obblighi imposti dalla «incostituzionale dittatura sanitaria».
Dal M5s i transfughi sono stati molti: un vero tracollo che li ha fermati al 3,5%. Né ha pagato l’alleanza tra Rifondazione e Verdi, lontana dal 2%.
Andranno al ballottaggio, dunque, la destra con Dipiazza e il centro-sinistra con Russo. Le prossime settimane saranno quelle delle grandi manovre. Chi porterà voti a chi? Difficile per Dipiazza trovare nuovi serbatoi di voti, più margine ipotizzabile per Francesco Russo: la distanza che li divide è tanta ma la partita non è ancora chiusa.
Le prime parole di Francesco Russo, soddisfatto di avere ottenuto il ballottaggio, sono state per sottolineare la necessità di una visione municipalista e di un forte cambiamento rispetto al passato, riconoscendo, di passaggio, che sono gli stessi principi di Adesso Trieste. Perché il dato politico nuovo è proprio questo: un raggruppamento civico, giovane, di sinistra, alle sue prime elezioni, è diventando determinante. Riccardo Laterza non perde il sorriso e la carica di entusiasmo: «Siamo dentro le istituzioni: è un primo passo, è importante, anche se abbiamo mancato l’obiettivo di riavvicinare più persone alla politica intesa come strumento per cambiare la propria vita. Un obiettivo alto, difficile: anche dentro il palazzo porteremo questa nostra battaglia per spazi di aggregazione e di partecipazione. Il percorso di Adesso Trieste lo abbiamo costruito assieme e così continueremo: domani ci sarà la nostra assemblea e in quella sede definiremo il percorso per le prossime settimane. Sicuramente siamo fortemente alternativi a Dipiazza, non solo dal punto di vista programmatico ma proprio valoriale così come siamo alternativi agli ultimi vent’anni di amministrazione della città, sia stata di centro destra o di centro sinistra».