Francesca Frediani è la capogruppo del M5S alla Regione Piemonte. Ha 46 anni ed è da molti anni la figura di riferimento dei pentastellati in val Susa, dove è risultata la più votata alle passate elezioni regionali. Si è avvicinata alla politica nei lontani tempi dei meet up, ed è alla sua seconda legislatura. Non è un segreto che sia mal sopportata dai vertici del suo partito.

Frediani, chi tradisce chi in questa storia No Tav?

La val Susa parla di tradimento. Per capirne le ragioni bisogna considerare che il percorso che porta all’esito odierno è stato molto lungo. Nell’ultimo anno, dopo che il M5S è andato al governo con la Lega, è stata fatta la scelta di non coinvolgere, di non parlare, di non confrontarsi con il territorio, in particolare con i tecnici No Tav che nel tempo hanno presentato diverse proposte. Dopo la costi benefici, con esito chiaro, è stato tutto delegato a Conte, che ha dato via libera all’opera e annunciato l’intenzione di far esprimere il parlamento.

Però come interlocutrice c’era lei: doveva parlare con i parlamentari e il governo: o no?

Io ho sempre avuto un dialogo con il mondo No Tav di cui faccio parte, che mi ha considerato appunto una interlocutrice. Il problema è che non sono stata considerata tale dai nostri rappresentanti romani e non ho mai avuto modo di svolgere il mio ruolo di portavoce. Fu un mio esposto che portò ad accertare l’incompatibilità di Mario Virano, ma nessuno mi ha chiesto la documentazione relativa. Un’altra azione proposta e mai messa in atto era relativa alla rimozione di Foietta da vicepresidente della Commissione Intergovernativa. Nulla di quanto era in arrivo dalla val Susa è stato minimamente usato.

Ma il Tav secondo lei si poteva fermare? Oppure cosa potevano fare a Roma?

Il Tav sicuramente si poteva almeno sospendere, anche in virtù del famoso contratto di governo e dell’esito della costi benefici. Quello doveva essere il punto fermo su cui parlare con la Lega.

Lei si sente ancora del M5s?

Il mio M5s non è questo: il mio era quello a cui ho aderito anni fa, dal basso, della gente comune. I vertici attuali hanno grosse responsabilità per quello che sta accadendo: non capiscono gli errori che commettono, nonché la palese violazione degli accordi da parte di Salvini. Oggi siamo giunti al punto che la Lega vota contro di noi, alleata con il Partito democratico, con un atteggiamento palesemente provocatorio da parte di Salvini. Come si fa ad accettare questo?

Questo governo lo mandiamo avanti per fare ancora tante cose buone, come si dice nel M5s.

Non ne vale più la pena. Abbiamo fatto cose buone ma le cose che stiamo accettando sono gravi e contro la nostra natura: inoltre la Lega ci ha trascinati nel suo baratro di ignoranza e fascismo.

Come valuta le parole di Beppe Grillo rivolte ad Alberto Perino.

Sono parole ingenerose che non condivido. Grillo probabilmente non conosce i fatti di questi mesi, l’assenza e il silenzio dei vertici, e quindi non riesce a capire le ragioni che sono alla base del giudizio di Alberto Perino.

Manlio di Stefano ha anche rincarato la dose sostenendo che in val Susa ha vinto la Lega e quindi ora c’è poco da lamentarsi.

Una lettura sbagliata che in val Susa abbiano votato Lega: è un ragionamento che distorce la realtà. E comunque non sarebbe una giustificazione: il M5S è sempre stato No Tav, indipendentemente dal consenso che questa posizione porta.

Lei rimarrà nel M5s? È capogruppo in regione Piemonte

Deciderò a breve, ma voglio prima confrontarmi con il mio gruppo per correttezza. Quando deciderò saranno i primi a saperlo.

Da ieri il la Torino-Lione è più vicina?

Il Tav è sempre uguale, cioè fermo. Non è stato scavato un centimetro in trenta anni, sono stati fatto solo sondaggi. Ma non è stata la politica a fermare il Tav, fino ad ora, bensì il movimento No Tav. E continuerà a farlo.

La relazione tra No Tav e M5s è finita ieri?

Ora vedremo quali saranno le reazioni dei nostri portavoce, abbiamo ancora una possibilità di ritrovare i nostri principi e ripartire, ma serve una presa di coscienza dei propri errori e delle responsabilità di ognuno.