Alle comunali di Carbonia il Pd si allea con il Partito sardo d’azione (Psd’Az) e con l’Unione democratico cristiana (Udc), cioè con due partiti che fanno parte della maggioranza di centro destra che governa attualmente la Regione Sardegna sotto la guida di Christian Solinas, il quale è anche segretario del Psd’Az ed è stato, prima di vincere le ultime elezioni regionali, senatore eletto in un collegio lombardo nelle liste di Salvini.

Artefice dell’alleanza demo-sardista è il candidato sindaco Pietro Morittu, dirigente di partito ed esponente della corrente «popolare-riformista» del Pd sardo che fa capo ad Antonello Cabras e a Paolo Fadda, due player di assoluto rilievo della politica regionale sarda. Nel cartello che compone lo schieramento di Morittu ci sono, oltre alla lista dem, quattro civiche: Carbonia avanti, Ora per Carbonia, Sviluppo e ambiente, Uniti per rinascere. È in queste liste che sono spalmati i candidati vicini al Partito sardo d’azione e all’Udc.

In particolare, l’alleanza tra Pd e Partito sardo d’azione passa dalla lista Carbonia avanti, gruppo che si presenta agli elettori come civico-autonomista, chiaro segno dell’impronta sardista. Uno dei suoi promotori è Fabio Usai, fedelissimo del governatore Christian Solinas. Ora per Carbonia è invece la civica di riferimento dell’Udc. È ovviamente per salvare la faccia che i due partiti di centrodestra non si presentano con i loro simboli. Ma se la forma è rispettata, la sostanza politica è chiara: a Carbonia il Pd affronta l’imminente scadenza elettorale alleato con due partiti che in Regione fanno parte di una giunta contro la quale è schierato all’opposizione.

E gli avversari di Pietro Morittu nella corsa alla poltrona di sindaco? In campo per la destra, con un’alleanza tra Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega, c’è Daniela Garau, mentre Luca Pizzuto, segretario regionale di Leu, ex consigliere regionale, guida una coalizione formata, oltre che dal suo partito e da Sinistra italiana, dal Movimento 5 Stelle, dal Pci, dai Rosso Mori (sardisti e ambientalisti di sinistra) e dal Psi.

Un quadro, come si vede, a dir poco singolare quello che si è composto alla vigilia delle elezioni comunali nella cittadina del Sulcis, uno dei tre centri sardi oltre i 15 mila abitanti (insieme a Olbia e a Capoterra) nei quali si voterà il 10 e l’11 di ottobre, con qualche giorno di ritardo rispetto al calendario nazionale.

Carbonia non è una città qualsiasi. È il capoluogo del distretto minerario del Sulcis e ha una lunga tradizione di lotte operaie. Per decenni è stata una roccaforte del Pci e ha espresso sindaci ex Pci o legati alla storia post Pci. Sino alle comunali di cinque anni fa, quando lo tsunami grillino ha travolto i dem e la fascia di primo cittadino è andata a Paola Massidda, l’attuale sindaca 5 Stelle. Che però non ne ha voluto sapere di competere per il secondo mandato. E così alla fine i pentastellati hanno scelto di appoggiare la candidatura di Pizzuto e sono entrati in un’alleanza senza e contro il Pd.

«Il dato politico – commenta Pizzuto – è che in Sardegna è in atto un’alleanza di fatto tra aree di destra che governano in Regione, tra cui il Psd’Az di Solinas, e il Pd. Un’alleanza cha ha operato per un certo periodo sottotraccia e che ora è conclamata. A Carbonia si ripete uno schema già praticato in altri importanti centri dell’isola. Noi ci si siamo schierati contro. Insieme con il Movimento 5 Stelle, che ha fatto una chiara scelta a favore del campo progressista e che ha rinunciato al suo candidato sindaco, abbiamo lavorato alla creazione di un’alleanza che è un’alternativa vera, praticabile, credibile a un sistema di potere trasversale che, con sempre maggiore pervasività, punta a coprire ogni spazio della vita politica in Sardegna e a condizionare ogni aspetto della società, dall’economia, alla finanza alla cultura. Diamo vita – conclude Luca Pizzuto – a un’esperienza che siamo certi potrà essere utile e definire un modello di azione politica alternativo al connubio compromissorio che è ormai la scelta di una parte importante del Partito democratico sardo».

Netta anche la posizione di Sinistra italiana: «Abbandonare il tentativo di costruire a Carbonia un’alleanza con le forze della sinistra, autonomiste ed ecologiste per privilegiare l’accordo con il Partito sardo d’azione e con aree di riferimento delle destre, oggi alla guida di uno dei peggiori governi regionali di ogni tempo, toglie definitivamente al Pd la maschera di partito di sinistra».