Il Teatro Valle, il cinema America, il cinema Volturno, l’Angelo Mai, il Rialto Sant’Ambrogio, e Scup sono gli sgomberi degli spazi occupati ordinati dalle autorità amministrative, giudiziarie e politiche a Roma negli ultimi due anni. In questi luoghi si faceva teatro, musica, cultura e sport in maniera alternativa, sperimentando nuove forme di espressività artistica che non trovava posto nei circuiti tradizionali e nelle programmazione routinarie. Se si pensa che in Germania, Francia e Spagna la progettazione culturale indipendente, oltre ad essere valorizzata, viene addirittura finanziata, si realizza la misura di quanto è aumentato il conformismo di chi ci amministra.

In questo clima fortemente regressivo diventa una notizia che domani, 10 ottobre, verrà festeggiato il 40° compleanno del Centro di Cultura Popolare del Tufello che, nel territorio del 3° municipio di Roma Capitale, imperterrito, continua a sviluppare la propria attività culturale offrendo agli abitanti del quartiere e alla città continue novità.

Il 3° municipio amministra il territorio compreso tra Monte Sacro, Valmelaina, Fidene e arriva a sfiorare in confini di Mentana e Monte Rotondo. La sua estensione lo colloca a 5° posto tra i 15 municipi che conta Roma ed ha una popolazione di circa 220 mila abitanti, 36 mila meno della città emiliana che già nel 1829 aveva visto la duchessa Maria Luigia d’Austria inaugurare il Teatro Regio (1.200 posti) diventato poi tempio della lirica italiana, mentre è stato aperto da poco il Teatro degli Audaci (244 posti) e vi è solo l’Uci cinema Porta di Roma, stabile multisala e sia il primo che il secondo operano nei pressi del centro commerciale.

Emigrati di ritorno
Il territorio del 3° municipio comprende il Tufello, quartiere sorto tra il 1939/40, per volere di Mussolini che vi fece costruire dallo Iacp le case destinate ai nostri emigrati che tornavano dalla Francia a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Nel piano di progettazione non erano stati previsti spazi verdi né punti di aggregazione di alcun genere. Il nuovo quartiere si configurò fin da subito come un immenso dormitorio.
Nel dopoguerra mentre cresceva negli uomini e nelle donne dell’intera periferia romana di uscire dalla marginalità il Tufello, rimasto se stesso, a partire dagli anni ’60, visse importanti momenti di lotta per la casa, protagonisti gli immigrati venuti dal sud della penisola, che non accettavano più di vivere nella completa indigenza. In queste lotte ebbe un ruolo importantissimo don Gerardo Lutte, cacciato dalla congregazione dei salesiani e sospeso a divinis per aver scelto di stare con i baraccati di Prato Rotondo che rivendicavano il diritto all’abitare.

Da questa esperienza nasce il Ccp. Quando fu chiaro che il locale affittato da don Lutte non bastava ad accogliere i tanti che sceglievano di lottare, un gruppo di compagni/e che avevano militato nel Collettivo comunista di Valmelaina decisero di occupare dei locali abbandonati e senza alcuna agibilità, in via Capraia 81, destinandoli a sede della nascente Associazione onlus Centro di Cultura Popolare del Tufello.

Dopo mesi di dura manovalanza volontaria, i locali ristrutturati furono restituiti al quartiere con l’obiettivo di dare voce a chi non l’aveva mai avuta e la certezza di accrescere in loro la coscienza dei propri diritti e la capacità di divulgare cultura e sapere attraverso la musica, il teatro e altre forme d’arte. In assemblea fu deciso che la gestione economica si sarebbe basata sull’autofinanziamento degli appartenenti all’Associazione e sui contributi volontari dei partecipanti alle iniziative.

Nei suo primi dodici anni di vita il Ccp ha rappresentato una delle esperienze più significative della lotta contro l’eroina nel territorio del comune di Roma e, già nel ’75, era un punto di riferimento, di informazione e controinformazione per chi mostrava di voler smettere e ricoverarsi per disintossicarsi. Operando nel territorio si avvaleva della collaborazione di esperti quali Luigi Cancrini e Giancarlo Arnau.

Il contrasto alle tossicodeipendenze
Dal ’84 all’87, in convenzione con la Regione Lazio, assume il ruolo di Ente ausiliario per la lotta alle tossicodipendenze. Nello stesso periodo il Ccp promuove la costituzione del Comitato circoscrizionale di lotta all’emarginazione, decisione che favorisce la nascita dell’Associazione Parsec e contribuisce all’avvio delle attivita del Centro anziani Luigi Petroselli, primo centro pilota nel comune di Roma.

Insieme ad altre associazioni e forze politiche fonda ed ospita la Rete Antirazzista della IV circoscrizione e sul tema delle diversità collabora con la cooperativa Il Brutto Anatroccolo e lancia la Festa dei Colori, che si ripete ogni anno per aprirsi alla conoscenza reciproca e favorire la costruzione di una società multietnica, solidale e democratica. Infine, nel campo dell’impegno sociale il Ccp è stato fortemente presente nelle lotte dei lavoratori, in particolare in quella della Contraves. Che ha avuto tra i suoi maggiori protagonisti Maurizio Conte (Bud) e la sua compagna Maddalena Tempestini, socio fondatore e presidente del Ccp, che ci hanno lasciato prematuramente.