Ucraini in fuga dal proprio paese. Circa 100mila persone hanno lasciato le proprie case, almeno secondo le prime cifre fornite dall’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). C’è chi già ce l’ha fatta a entrare in Moldavia, Romania, Slovacchia o Polonia. La macchina della solidarietà dei paesi dell’Europa centrale si è mossa immediatamente per far fronte all’ipotesi di una crisi migratoria nella regione che diventa ogni ora sempre più reale. Persino il premier ungherese Viktor Orbán, tradizionale alleato di Putin, ha aperto ai numerosi ucraini che stanno entrando in Ungheria a piedi attraverso i valichi di Beregsurány and Záhony. Per Shabia Mantoo portavoce dell’Unhcr «fino a 4 milioni potrebbero abbandonare il Paese».

Sono stime che lasciano pensare al peggiore degli scenari. Nelle ultime ore a entrare negli stati Ue sono soprattutto donne e bambini, una diretta conseguenza della chiamata alle armi di tutti gli uomini tra i 18 e i 60 anni, decisa con un decreto dal governo ucraino. Non soltanto i paesi Ue e gli stati confinanti con l’Ucraina si sono dichiarati pronti a dare asilo agli ucraini. In Moldavia, ad esempio, sono stati allestiti tre centri di accoglienza con il sostegno della Caritas locale. L’arcivescovo di Vilnius, monsignor Gintaras, invece, ha parlato di 100mila profughi in arrivo in Lituania. Il paese baltico ha allestito due punti di informazione lungo il confine con la Polonia per incoraggiare i cittadini ucraini ad entrare in Lituania. «Ho fatto un appello al popolo lituano: è tempo di dimostrare che siamo cristiani, che prima dobbiamo pregare per la pace, e dopo aiutare le genti che arrivano alle nostre porte, aprire le porte e aprire i nostri cuori ai quei rifugiati», ha dichiarato ieri Grusas durante l’incontro dei vescovi del Mediterraneo a Firenze.

Secondo i dati forniti dal ministro degli Interni rumeno, Lucian Bode, finora poco più di diecimila cittadini ucraini hanno fatto il proprio ingresso in Romania come rifugiati di guerra. Difficile fornire delle statistiche attendibili, visto che in molti casi i rifugiati sono solo di passaggio in un dato paese. Bucarest ha deciso di sospendere le misure di quarantena in vigore al confine con l’Ucraina per facilitare l’ingresso di profughi. Anche Varsavia ha fatto lo stesso mettendo a disposizione degli ucraini che entrano in Polonia test e vaccini anti Covid-19. Ed è proprio il paese sulla Vistola che potrebbe accogliere il maggior numero di rifugiati nella regione. «Lungo tutti i valichi di frontiera si osserva una crescente pressione dal lato ucraino. Si vedono code lunghe più di 5-6 chilometri», ha dichiarato ieri il capo della Cancelleria del primo ministro, Michał Dworczyk, al Sejm, la camera bassa del parlamento polacco. «Chiunque scappa dalla guerra verrà accolto in Polonia», ha precisato Dworczyk, confermando che Varsavia è pronta legalizzare il soggiorno anche delle persone sprovviste di passaporto. Secondo le stime più recenti in Polonia vivono attualmente 1.4 milioni di ucraini, un numero destinato ad aumentare drasticamente nei prossimi giorni.