Noi non ce ne siamo accorti ma nel 2008 il capitalismo della finanza globalizzata è crollato. Per opera di gruppi rivoluzionari di tecnoguerriglia leninisticamente composti da tecnici ed intellettuali, il vecchio regime è stato sostituito da un’economia sociale di mercato. Un «postcapitalismo» pronto a fare un salto in avanti verso il comunismo in senso marxiano. Una rivoluzione che non ha nulla in comune con quelle dei due secoli precedenti, ma si è basata sulla capacità di penetrare nel sistema finanziario e di scardinarlo, sfruttando i suoi non pochi punti deboli.

Anche la nuova società postcapitalista non ricorda in nulla il defunto socialismo realizzato: è fondata sui principi liberali, in cui le imprese sono di proprietà di chi ci lavora, il tempo di lavoro è fortemente ridimensionato, le tecnologie sono al servizio della società, l’immigrazione viene affrontata con accorgimenti semplici ma geniali e non manca anche un sistema bancario che funziona con l’emissione di moneta parallela.

UNA PICCOLA VENDETTA dell’autore, l’economista Yanis Varoufakis, ansioso di riaffermare la validità della sua proposta per uscire dalla feroce crisi greca nell’estate del 2015, respinta però dall’allora governo di Syriza. Questa rivoluzione pacifica ma epocale è avvenuta in un universo parallelo, che per una serie di motivi misteriosi si è rivelato a noi nel 2025. La descrizione di questa scissione della realtà è l’oggetto dell’ultimo libro di Varoufakis dal titolo Another Now (Bodley Head, pp. 240, euro 15). Titolo in inglese visto che l’autore, ora deputato al Parlamento greco e leader di Diem25, lo ha scritto direttamente in questa lingua (nelle librerie italiane arriverà il 7 di ottobre per La Nave di Teseo con il titolo Un altro presente, collana Oceani, pp. 280, euro 20, ndr).

Tre i protagonisti, tutti delusi, per motivi diversi, dalla realtà neoliberista. All’improvviso scoprono un’apertura spaziotemporale verso un universo parallelo in cui si legge come sarebbero andate le cose «se la sinistra avesse avuto l’intelligenza politica di cogliere l’occasione della crisi del 2008 per seppelire per sempre il cadavere del neoliberismo». «Il 2008 è stato il 1929 della nostra generazione. Ma per la seconda volta la sinistra ha perso l’occasione», ha commentato l’autore durante la presentazione dell’edizione greca, nel caffè del delizioso giardino dietro il Museo numismatico nel cuore di Atene.

Un libro di fantascienza politica e sociologica sulla scia di Philip K. Dick e di Ursula Le Guin, autori esplicitamente citati da Varoufakis. In questo caso però la tecnorivoluzione e il nuovo regime rivoluzionario non sono solo finzione letteraria. La verità è che l’autore ha voluto scrivere un manuale per la sovversione antiliberista del ventunesimo secolo. «Ogni volta mi si poneva la domanda di quale fosse l’alternativa al sistema attuale. Così ho deciso di ricorrere alla letteratura piuttosto che spiegarlo con le regole astruse dell’economia. In sostanza, volevo provare che il dogma della Thatcher, Tina («there is no alternative»), non regge. L’alternativa c’è, basta indicarla».

Molte delle soluzioni alternative proposte nel libro sono, secondo l’autore, già funzionanti: «Io ho lavorato per due anni in un’impresa di Seattle con 450 impiegati e un fatturato di 2 miliardi. Non c’era nessuna gerarchia e i proventi venivano distribuiti tra i lavoratori. Non era una cooperativa, ma un’impresa in cui i proprietari erano coloro che ci lavoravano».

STESSO DISCORSO sulle nuove tecnologie, in crescita vertiginosa. Da tempo Varoufakis insiste che il sistema finanziario attuale, già bello e stecchito, è stato sostituito da una nuova forma di organizzazione che lui chiama «feudalesimo tecnologico». I feudi si chiamano «Amazon» oppure «Apple» o «Facebook», in cui c’è un unico signore che controlla buona parte del mercato e incassa i proventi. L’alternativa che descrive il suo libro è la persistenza e la protezione dello spirito libertario con cui era pervasa la rete degli inizi, in un contesto di mercato «controllato dalla società». Ultima notizia: i diritti di Another Now per il grande schermo sono già stati acquistati da una major americana. Il film non sarà l’esatta trasposizione del libro ma si concentrerà sulle lotte degli oppositori per rovesciare la società postcapitalista.