Una «trattativa partita subito in salita». Così Fim, Fiom, Uilm nazionali commentano l’incontro di ieri con Msc per il dopo Wartsila e la reindustrializzazione per produrre vagoni merci. I sindacati segnalano che rispetto alle condizioni contrattuali del passaggio dei circa 300 lavoratori da Wartsila a Msc, quest’ultima, «pur essendo disponibile ad avviare una trattativa, ha dichiarato di voler riconoscere la sola applicazione dei trattamenti economici e normativi del Ccnl e l’anzianità maturata, oltre che rendersi disponibile a riconoscere una parziale integrazione durante la cassa integrazione e a ridurre il più possibile l’utilizzo degli ammortizzatori sociali». Proposte che Fim, Fiom, Uilm giudicano «insufficienti», rivendicando «la necessità di salvaguardare gli effetti della contrattazione aziendale vigente per tutti i lavoratori ex Wartsila».

Il gruppo Medlog, parte del gruppo Msc, si è invece detto «fiducioso per una chiusura positiva dell’accordo».

Il Mimit intanto ha convoca un tavolo in videoconferenza per il 17 Maggio alle ore 10.

Ieri le organizzazioni sindacali e le Rsu hanno anche incontrato la Direzione di Wartsila Italia per una «verifica degli organici del Gruppo e per un aggiornamento del piano industriale». La richiesta è di «impegni industriali, investimenti e garanzie sull’occupazione in tutti i siti italiani oltre il 31 dicembre 2025, data di scadenza del piano presentato da Wartsila». Inoltre, è stato chiesto di «trovare soluzioni economiche per i lavoratori che transiteranno a Msc e di definire gli organici sito per sito e il numero dei lavoratori che Wartsila intende trasferire alla società subentrante». Tutto ciò «tenendo conto della volontà di Wartsila di cedere il compendio triestino a Msc divenendone nei fatti società affittuaria».

Nei prossimi giorni saranno organizzate le assemblee con i lavoratori.