Margrethe Vestager è tornata a comandare a Bruxelles. E per la fusione – in realtà acquisizione di minoranza ma avendo già il totale controllo – fra Lufthansa e Ita le cose non mi mettono bene.

La storica commissaria alla Concorrenza ha ripreso possesso della sua poltrona dopo la sfortunata candidatura alla presidenza della Banca europea degli investimenti (Bei).

La lettera inviata formalmente ieri era nei cassetti del team di Margrethe Vestager dalla fine di febbraio. Parole che confermano l’allarme rosso già suonato in Germania.

I rilievi sono quelli già evidenziati a più riprese. Ma il tempo per il fatidico “sì” dell’Europa alle nozze tra Ita e Lufthansa, con la redditizia stagione estiva ormai alle porte, stringe sempre di più. A due mesi dall’avvio della seconda fase dell’indagine dell’antitrust Ue, la richiesta è perentoria: senza un compromesso solido sulle rotte a corto e lungo raggio, sugli slot e sull’hub di Milano-Linate, l’operazione rischia di naufragare.

E, nonostante la buona volontà e l’ottimismo espresso da entrambe Roma e Francoforte, la tensione continua ad aumentare. Tanto che Vestager non ha mancato di rispedire al mittente le critiche mosse dal ministro Giancarlo Giorgetti sugli ostacoli Ue posti alla creazione di un campione europeo: negli ultimi dieci anni «numerose grandi aziende sono nate» all’interno dei confini continentali «attraverso le fusioni» perché «molto spesso è possibile approvarle preservando la concorrenza», è stata la replica della danese a sottolineare come invece per Ita e Lufthansa la storia sia diversa. Nello snocciolare i rilievi su slot, rotte e aeroporti, Bruxelles ha formalizzato i suoi timori per iscritto al Tesoro e al gigante tedesco dei cieli. L’acquisizione potrebbe portare a «un aumento dei prezzi per i clienti e a una diminuzione della qualità dei servizi».

Nel dettaglio, l’operazione secondo l’antitrust Ue comporta «rischi reali» per la concorrenza su diverse rotte a corto raggio che collegano l’Italia con i paesi dell’Europa centrale – soprattutto Germania, Svizzera, Belgio e Austria -, e su alcuni collegamenti intercontinentali tra Italia e Stati Uniti, Canada e Giappone. Nonché creare o rafforzare la posizione dominante di Ita su Milano-Linate. Una lettera “del tutto normale”, nella visione di Vestager, tesa a sollecitare le parti a risolvere «i problemi» offrendo le loro risposte entro il 26 aprile.

Lufthansa ha offerto 325 milioni per acquisire una partecipazione del 41% di Ita Airways dallo Stato Italiano. Risorse che sono cruciali per la compagnia aerea italiana e che verranno versate nell’ambito di un aumento di capitale di Ita Airways.

Ma la Commissione europea a gennaio scorso ha aperto un’indagine antitrust, temendo che questa operazione possa in qualche modo limitare la concorrenza in Europa, sul trasporto passeggeri a corto e lungo raggio. L’autorità europea in particolare vuole capire se Ita Airways, Lufthansa e gli altri partner United Airlines e Air Canada debbano essere considerati come un’unica entità dopo la fusione.

Nel frattempo la vicenda giudiziaria della continuità fra Alitalia e Ita va avanti. Ad aprile arriveranno le sentenze di appello nelle cause che hanno reintegrato oltre 200 lavoratori per i giudici che hanno preso in considerazione il “contratto segreto” di vendita del settore Aviation di Alitala a Ita.

Nel frattempo il professor Giovanni Fiori, autore ad ottobre 2021 della super perizia chiesta dai commissari di Alitalia, che ha fissato in un euro il prezzo congruo per Ita è stato nominato commissario ex Ilva dal ministro Adolfo Urso. È un commercialista che niente sa di siderurgia. Ma evidentemente la “perizia Ita” ha fatto alzare le sue quotazioni in ambito governativo.