Ancora una volta la Sardegna è teatro di guerra, sia pure simulata. Da domani nel poligono di Teulada saranno schierati reparti scelti (tremila effettivi) di Usa, Italia, Germania, Olanda, Grecia, Repubblica ceca, Lettonia e Lussemburgo.

«Noble Jump» è il nome dell’esercitazione, targata Nato. E da una settimana, sempre sotto l’egida dell’Alleanza atlantica, è in corso l’operazione «Mare aperto»: forze navali di ventitré nazioni e portaerei, incrociatori, sommergibili, mezzi anfibi da sbarco sui quali sono imbarcati seimila uomini.

Ma non basta. Terminata Noble Jump, una settimana dopo partirà «Joint Stars», altra mega esercitazione Nato, stavolta soprattutto missilistica, che avrà come location il poligono di Quirra e che durerà sino al 14 maggio. In tutte e tre le operazioni si sparerà davvero: testare gli uomini ma anche le armi.

UNA PRIMAVERA per prepararsi alla guerra. Contro tutto questo e per chiedere che la Sardegna sia liberata da basi e poligoni una manifestazione è stata convocata per il pomeriggio di venerdì 28, dal coordinamento dei movimenti antimilitaristi e pacifisti sardi. Appuntamento a Decimomannu, sede di una base aeronautica Nato a ventidue km da Cagliari.

«Da decenni anni – si legge nel manifesto diffuso dal coordinamento – i sardi e le sarde dimostrano con determinazione di considerare illegittimo l’uso devastante che viene fatto della nostra regione dall’industria bellica, dall’esercito italiano e dai comandi della Nato. Siamo contro quest’idea di Sardegna, lottiamo per vivere in una Sardegna diversa».

Una delle basi di Noble Jump sarà il porto di Cagliari, dove per permettere lo sbarco dei mezzi militari e l’allestimento di un sistema logistico è stata appena ampliata di ottantamila metri quadrati una concessione già esistente.

MA LA MOBILITAZIONE sarà molto più vasta. Saranno coinvolti tutti i principali poligoni militari della Sardegna: Teulada, Quirra e Decimomannu. Ampi tratti della costa meridionale dell’isola e di quella sud occidentale saranno interdetti alla navigazione (stop ai pescatori e alle loro attività e stop alle barche da diporto che cominciano ad arrivare con l’inizio della stagione turistica). Molte strade, statali e provinciali, saranno chiuse per permettere il passaggio delle colonne militari.

A che cosa invece serviranno Noble Jump e Joint Stars lo spiega il sito web dell’aeronautica militare: «Lo scopo delle esercitazioni è quello di verificare le capacità di pianificazione di uno staff interforze per un’operazione di difesa degli spazi aerei, terrestri e marittimi, di sicurezza cibernetica e spaziale, di difesa da contaminazione chimica, biologica, radiologica o nucleare e di contrasto alle minacce derivanti dalle tecnologie emergenti».

«La Sardegna – commenta Salvatore Drago, portavoce del Cagliari Social Forum – sta per essere invasa da migliaia di soldati, da carri armati, da navi cariche di ordigni e da caccia bombardieri. Tutto questo nel bel mezzo di una guerra e mentre un processo penale in corso vede imputati, con accuse gravi quanto infondate, quarantacinque militanti antimilitaristi colpevoli soltanto di essersi opposti, nelle lotte degli anni scorsi, alle logiche bellicistiche».

«Ancora una volta – aggiunge Claudia Ortu, coordinatrice regionale di Potere al popolo – le nostre terre e le nostre vite sono ridotte a un’insignificante variabile, da ignorare perché la macchina della guerra possa funzionare senza ostacoli. Non ci rassegneremo mai a questa condizione per il nostro popolo. Nello stesso tempo ci sentiamo addosso anche la responsabilità di dover fare la nostra parte in una lotta globale contro la guerra e il complesso militare e industriale che la alimenta».

«ALLA SARDEGNA – conclude Daniele Camerota, portavoce del gruppo antimilitarista Sardina Aresti – è stata imposta una forma di economia bellica altamente inquinante che genera pesanti ricadute, come malattie e spopolamento delle zone più interne dell’isola. Con la manifestazione a Decimomannu ripeteremo con forza il nostro no. Vogliamo un altro futuro, vogliamo vivere in una terra libera da ogni servitù militare».