Ascoltando l’illustrazione della riforma costituzionale che introdurrebbe l’elezione diretta del presidente del consiglio, effettuata dalla premier Giorgia Meloni e dalla ministra Maria Elisabetta Casellati venerdì scorso, era inevitabile pensare alle trame di Massimo D’Alema e Franco Marini per sostituire Prodi a Palazzo Chigi nel 1998 o a quelle di Matteo Renzi, Dario Franceschini e lo stesso D’Alema per scalzare Enrico Letta nel 2014. Il meccanismo messo in piedi dalla riforma predisposta dal governo sembra paradossalmente pensato infatti per favorire la defenestrazione da Palazzo Chigi del «premier eletto dal popolo». Innanzi tutto la riforma contempla la possibilità di un cambio di...