Mi raccontate ma con parole vostre la lettura che abbiamo appena fatto?
«È una pagina di diario. Londra, 13 Novembre 1878. Ore 12. Più di cento anno fa, quasi duecento». «È un diario inventato, per me. Non è un diario vero». «Sì. È inventato. Parla di un coniglio. È la pagina di diario in cui il protagonista, cioè chi scrive il diario, racconta di aver visto un coniglio di nuovo sotto la sua finestra dopo averlo cercato inutilmente in tutto il giardino». «Pensava che fosse tornato a casa sua». «Allora va su in camera sua, prende dal cassetto lo stesso foglio di ieri e prova a disegnare ancora il coniglio, a rappresentarlo con un disegno. Perché non potendolo avere veramente, voleva almeno il suo disegno».

«Però dopo, anche se finisce subito il disegno del coniglio, è ancora triste perché non ha il consiglio vero, è triste, allora non sa cosa fare e inizia a pensare cosa fare e gli è venuto l’idea di fare una storia, di inventare una storia con protagonista il suo coniglio, il coniglio che aveva visto nel giardino». «E ha iniziato a scrivere la storia del coniglio Peter e gli sembrava che fossero vero, adesso. Non le sembrava solo un disegno, alla disegnatrice». Io li ho già visti in altri libri, questi disegni di coniglio, sono molto belli. Il suo coniglio si chiama Peter Rabbit, che poi Rabbit in inglese vuol dire coniglio e perciò è Peter Coniglio». «Io ho una mia amica che a casa sua, lei e sua sorella gemella hanno un coniglio nano bianco che gira sempre per il giardino ma anche in casa». «Così pensare al coniglio le fa passare la melanconia….»

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Chi mi spiega cosa è questa melanconia?
«Non c’entra con la mela, è la tristezza, quando uno non sa bene perché ma non ha più voglia di giocare, si sente stanco, non ha voglia di fare niente». «Perché nella storia c’era questa bambina un po’ triste e un po’ sola, anzi, molto sola, che non sapeva come fare. E allora lei si consola della malinconia dovuta alla scomparsa del coniglio mettendosi lì a pensare e poi a disegnare un coniglio». «Infatti secondo me il coniglio non c’era neppure quella volta che lei lo disegna, era una sua immaginazione. Poi non era Peter Coniglio. Quello è un altro coniglio molto famoso per bambini più piccoli, per libri adatti a bambini più piccoli di lui».

«A me i conigli piacciono molto, soprattutto il naso e le orecchie. Io una volta ho toccato le orecchie a un coniglio nano vero e sono bellissime, sono morbidissime». «I conigli nani sono come delle specie di criceti ma più grandi e poi non li devi tenere sempre in gabbia». «Il coniglio della storia forse si chiamava Peter come il coniglio disegnato per i bambini più piccoli perché la storia racconta di quella illustratrice lì che ha inventato il coniglio Peter, mi sembra. Racconta che lei si annoiava allora una volta per farsi compagnia ha disegnato un coniglio. Anche perché lei era bravissima a disegnare e il coniglio Peter era molto bello».

«È una pagina di diario e basta, e non si capisce se è la storia dell’illustratrice che dicevi tu£. £A me piace prendere i conigli e cullarli come un bambino piccolo, come un bambolotto, un peluche. Perché poi i conigli sono anche più morbidi di un peluche, hanno il pero vero, non finto». «La malinconia pè quando stai poco bene e non hai voglia di giocare». «Per me la malinconia è quando ti gira la testa e ti vengono dei pensieri di andare a letto perché non stai molto bene. Ti viene di andare a letto, se stanco, fai fatica a correre, ti viene subito il fittone». «Per me i conigli sono molto adatti a farti passare la malinconia perché sono molto felici e saltellanti, i conigli. Se tu hai dei pensieri tristi, quando guardi un coniglio ti vengono subito in mente dei pensieri più belli, più saltellanti, più divertenti».

«La malinconia è quando non hai voglia di muoverti, mi pare. Quando sei stanco a fare tutto». «No, la malinconia è quando hai dei ricordi che magari ti ricordi che vorresti essere ancora al mare invece che a scuola, al mare a fare dei tuffi nell’acqua e dei castelli di sabbia con la sabbia della spiaggia, ma sei a scuola, non sei al mare, se a scuola a studiare e allora ti viene la tristezza perché non sei dove sei». «Sì, è vero, anche per me la malinconia sono tutti i ricordi che ti vengono di cose che non puoi fare più».