La giustizia bussa alla porta degli eredi di Francisco Franco ottanta anni dopo. Ieri la giudice Marta Canales ha deciso che i Franco devono restituire allo stato il Pazo (palazzo) de Meirás, in Galizia, che il dittatore, galiziano lui stesso, si era fatto “regalare” nel 1941, subito dopo la fine della guerra civile. È una richiesta storica delle amministrazioni pubbliche, ma gli eredi di Franco si erano sempre opposti sostenendo che si trattava di un regalo personale fatto al caudillo.

Secondo la magistrata, invece, si trattò di una simulazione di compravendita, e pertanto è da considerarsi nulla: è una «invenzione» effettuata «con il solo obiettivo di porre il bene a suo nome», scrive la giudice. Anche se effettuata a nome di Francisco Franco Bahamonde, il regalo è fatto a lui in quanto «generalísimo degli eserciti» e «capo dello stato», non personalmente.

Non è una decisione definitiva, perché si può ancora fare ricorso, ma per la prima volta i Franco, che per anni si sono impegnati a ostacolare le visite pubbliche che gli chiedeva il governo galiziano e che sostenevano di aver riabilitato l’immobile a proprie spese, sono messi alle corde. Al procedimento giudiziario, promosso dall’Avvocatura dello stato, si sono uniti il governo galiziano (la Xunta), il comune di Sada (dove si trova l’immobile), quello di A Coruña e la provincia.

La famiglia Franco non è nuova a usurpazioni di beni pubblici: dalle due statue del portale della cattedrale di Santiago, rubate dalla moglie del dittatore, o la Casa Cornide, anch’essa in Galizia, nel cuore della città di A Coruña, sono molti gli esempi di appropriazioni indebite da parte della famiglia del generalísimo.