Tra poco arriva il decreto ristori. Il decreto ricalca in parte quanto fatto dal precedente governo, ma con una discontinuità storica. Infatti, il decreto ristoro del Governo del Presidente del Consiglio prevede un bel condono (sanatoria).

Tecnicamente sarà presentato come una versione più estesa dello “stralcio” già in vigore con il precedente governo. In quel caso cancellavano i ruoli fino a mille euro, ma con questo governo si arriva fino a 5.000 euro per il periodo 2000-2015. Più precisamente si tratta di una maxioperazione di “pulizia” che in gergo tecnico è chiamata “magazzino”, cioè il risultato dell’accumulo di anno in anno di imposte non pagate. Quanto vale? Più o meno un piccolo pezzo di riforma dello stato sociale: 1 mld nel 2021 e ancora un altro miliardo nel 2022. Nei fatti sono minori entrate una sempre.

Come se non bastasse, sempre il governo, azzera la Commissione per la riforma fiscale, che aveva lavorato per disegnare un sistema fiscale nazionale, un modello che fa acqua da tutte le parti, ma ripartendo da zero. Sarà presentata come una riforma a tutto tondo come chiede l’Europa, ma si azzera tutto e probabilmente per non fare niente. Il precedente Governo aveva lavorato a lungo e con buoni risultati, almeno sulle cedolari secche ed altri cespiti.

All’ordine del giorno c’era anche l’allargamento della base imponibile. Si era nella fase di registrazione e verifica. Azzerare tutto vuol dire che non ci sarà riforma fiscale; per fare un minimo di impianto serve almeno 1 anno e gente che conosca in profondità il fisco. Non avremo né il primo né il secondo.

Partiamo male, ma molto male. L’Europa ha milioni di difetti, ma sul fisco ha chiesto degli interventi puntuali e questi “interventi” sono legati all’accesso di Next Generation EU. Il Presidente del Consiglio è il Presidente, ma perché dovrebbe avere un credito (fido) infinito che altri non hanno potuto avere? Basta la parola?

Circola anche voce che il Presidente del Consiglio voglia rinunciare ai prestiti di Next Generation. Spero di essere smentito, ma ci sarebbe un bel ridimensionamento delle risorse disponibili. Non posso ancora dare un giudizio, ma se accadesse quale sarebbe la motivazione? Tutti i paesi europei hanno rinunciato ai prestiti per “condizionare” l’azione comunitaria e spingerla a fare di più. Posizione nobile e condivisibile, ma il Presidente del Consiglio ha la stessa intenzione, oppure ha più paura del debito invece che della crescita?

Aggiungo solo una nota del tutto personale e umana. Non vedere il Presidente del Consiglio alla conferenza stampa di presentazione del DPCM è una ferita grave. Onestamente ho provato avversità. Il Presidente del Consiglio deve mettere la faccia quando un paese vive una crisi di questa portata.

Non è un tecnico in senso stretto. Questo comportamento assomiglierebbe molto alla gestione (storica) dei board delle banche d’affari del Paese. Se avesse dei dubbi sulle considerazioni fatte, potrei ricordare “Il discorso del Re”. Non mi piace la monarchia, ma quei discorsi hanno sollevato almeno lo spirito dell’Inghilterra. Stiamo facendo la Storia. Che sia almeno la Storia di tutti. Scusi la franchezza.