L’europeo di fine Ottocento che avesse voluto illudersi di possedere tra le sue mani la quintessenza della «giapponesità», l’anima di un paese così lontano e imperscrutabile, oltre alle foto-souvenir, poteva procurarsi quel prodigioso catalogo di motivi per la pittura che è l’Hokusai Manga: quindici taccuini zeppi di disegni e schizzi del grande maestro, che serviva come base per gli studenti di pittura, ma anche per avviarsi lungo le strade del commercio.

HokusaiManga
Quando nel 1814 iniziò la compilazione del suo Hokusai Manga («man», capriccio, «ga» linea, contorno; poi nel Novecento la parola cambierà significato per accogliere i cartoon, l’animazione, i fumetti), l’artista aveva circa duecento allievi. Non fu l’unico a produrre una pubblicazione di questo genere, eppure la sua ebbe un successo travolgente. Divenne un bestseller, tanto che agli originari dieci volumi se ne aggiunsero ancora due e poi, dopo la morte del maestro, altri tre. Un totale di 4000 immagini (stampate in nero, grigio e in un pallido incarnato) distribuite in circa 800 pagine.

Un vasto assortimento di personaggi e movimenti, non necessariamente caricaturizzati (queste pubblicazioni si chiamavano «giga») ma un vero e proprio archivio cui attingere a piene mani, anche nei secoli a venire. È questo, infatti, l’assunto della mostra Manga Hokusai Manga, il fumetto contemporaneo legge il maestro presso l’Istituto giapponese di cultura a Roma (visitabile fino al 7 aprile, a cura di Jaqueline Berndt, Yu Ito, Mizuki Takahashi, design di Shin Sobue). Quell’insieme di quaderni visualizzano le tecniche tipiche del fumetto, dalle nuvole dei pensieri agli agenti atmosferici, fino ai suoni. Anche la divisione in riquadri e la diffusa serializzazione dei movimenti fisici va nella direzione del cartoon.

Hokusai_Manga_Ghosts

Non è un caso se, a partire dal 1970, Hokusai stesso fa la sua comparsa in diversi fumetti. In genere, è ritratto come un uomo anziano, ma nelle produzioni più recenti è più malleabile come personaggio: Hokusai Sensei è la striscia di fumetti di Kido Mitsuru che si trova sul mensile Aria.
La rassegna romana, prima tappa di un tour mondiale, mette in correlazione quel campionario di stimoli visivi con i manga contemporanei. Catapulta così i quindici taccuini oltre le linee del tempo a cui appartengono per proporre l’esplorazione dell’immaginario che ha lasciato in eredità ai cartoonist di oggi. Basti osservare in mostra i bambini di Kyo Machiko in Innocent Toys: mimano le posizioni dipinte nell’Hokusai Manga.