Grazie a un voto di differenza, il governo di Alexis Tsipras ha ottenuto la maggioranza necessaria per proseguire il proprio percorso. Ai 145 deputati di Syriza si sono aggiunti altri quattro del partito conservatore Greci Indipendenti (che non hanno ubbidito al presidente del partito, Panos Kammenos), una ex conservatrice che appoggia il governo e un deputato centrista del Fiume.

L’esecutivo di Syriza continua a governare, dunque, in vista delle elezioni Europee ed amministrative del prossimo maggio. È chiaro che con un solo voto di scarto, il governo dovrà essere molto attento prima di eventuali azzardi, anche nella gestione della normale amministrazione.

LA SFIDA PRINCIPALE – entro fine mese – è far approvare l’accordo tra Tsipras e il primo ministro di Skopje Zoran Zaev, per il cambio di nome dello “scomodo vicino”, da Ex repubblica Jugoslava di Macedonia, in “Macedonia del Nord”. Alexis Tsipras confida di riuscire a farcela e di allargare, eventualmente, anche la maggioranza di governo.

Da una parte, il partito del Fiume è entrato in fibrillazione, e potrebbero anche arrivare nuovi appoggi all’esecutivo. Dall’altra, ci sono deputati del centrodestra di Nuova Democrazia i quali hanno fatto trapelare che, a loro avviso, l’accordo andrebbe votato. In più, il primo ministro greco ha appena compiuto un’apertura strategica all’area progressista e socialista, per una collaborazione contro il rischio di un ritorno della destra.

Non è un caso, che anche da parte del “Movimento per il Cambiamento”, dominato dagli ex socialisti, ci sia stato un primo segnale positivo: il deputato Dimitris Kremastinòs ha infatti dichiarato in modo molto chiaro che le condizioni oggettive per un dialogo con Syriza, «ora appaiono sicuramente più favorevoli».

Per quel che riguarda la strategia di approvazione parlamentare dell’Accordo di Prespes, firmato da Atene e Skopje, i collaboratori di Tsipras fanno sapere che non intendono procedere a ritmi troppo serrati, ma che «dovrà esserne informato ciascun greco, così da poter decidere se giovi o danneggi gli interessi del paese».

IL TESTO INTEGRALE dell’accordo verrà pubblicato domenica dalla stampa e l’obiettivo del premier greco è arrivare a un dibattito televisivo con il capo dell’ opposizione di Nuova Democrazia, Kyriakos Mitsotakis.

Da parte sua, la destra risponde che «la Grecia ha ormai un governo di minoranza, che si basa su dei deputati presi in prestito». Inoltre, l’opposizione fa notare che ora potrebbero cambiare anche gli equilibri all’interno delle commissioni parlamentari, dal momento che i loro membri devono corrispondere alla precisa composizione dei vari gruppi.

Ma in attesa dello scontro frontale sulla Macedonia del Nord, il governo deve gestire la normale amministrazione. È arrivato ad Atene il Commissario europeo agli affari economici e monetari Pierre Moscovici, che dopo il mea culpa di Jean-Claude Juncker sull’austerity, ha voluto aggiungere che «la Grecia torna alla normalità, ovviamente all’interno dell’Eurozona». Ha poi dichiarato che l’avanzo primario del 3,5% ha fatto in modo che si potesse evitare l’ultimo taglio delle pensioni che era stato richiesto dai creditori. Il politico socialista, che ha incontrato Tsipras e il presidente Prokòpis Pavlòpoulos, ha ribadito che le priorità restano la creazione di posti di lavoro e l’adozione di ulteriori misure sociali.

LA PROSSIMA SETTIMANA, poi, saranno ad Atene i rappresentati dei creditori, per discutere su che direzione sta prendendo l’economia greca dopo l’ uscita dai memorandum, cinque mesi fa. Secondo quanto filtrato sinora, al centro degli incontri si troveranno i crediti deteriorati delle banche e la protezione della prima casa dal rischio pignoramento.

Sinora, il governo fa sapere che non ci saranno brutte sorprese. Che non verranno adottate, quindi, misure che possano ledere diritti acquisiti e creare problemi alle classi che più hanno sofferto per la crisi. Da parte sua, il Fondo Monetario Internazionale ha annunciato ufficialmente che la sua partecipazione agli incontri «avrà solo carattere di consulenza». Nessuno più dei greci spera che il clima sia definitivamente cambiato.