Una cosa sono le promesse, specie se fatte sull’onda emotiva delle immagini che arrivano dal campo profughi di Moria distrutto dalle fiamme. Diverso quando dalle parole bisogna passare ai fatti, sempre complicati quando di mezzo ci sono i migranti. E così lo sdegno mostrato dalle istituzioni europee per quanto accaduto sull’isola greca di Lesbo si attenua notevolmente di fronte alla necessità di trovare in tempi brevi una sistemazione ad almeno una parte dei 12 mila richiedenti asilo rimasti senza nemmeno una tenda dove vivere. «La situazione è complessa nelle isole greche», mette le mani avanti fin dal mattino un portavoce della Commissione europea. «Cerchiamo di affiancare agli aiuti economici anche operazioni sul campo. Ciò che non vogliamo è ritrovarci con così tante persone in un campo profughi», spiega il portavoce.

Il riferimento è all’imminente riforma dell’asilo più volte annunciata e sempre rimandata ma che ora, a quanto pare, Bruxelles si preparerebbe a presentare nelle prossime settimane. E che, se le notizie circolate fino a oggi verranno confermate, non promette niente di buono per la sorte di quanti fuggono alla ricerca di una vita migliore in Europa. Con una certezza che pare già assodata: non sarà prevista nessun ricollocamento obbligatorio dei richiedenti asilo tra gli Stati membri, ma tutto sarà lasciato ad una non meglio precisata «solidarietà flessibile». Il che significa che chi vorrà accogliere un certo numero di profughi potrà farlo e chi invece non vorrà potrà limitarsi a fornire aiuti economici, mezzi o personale ai Paesi di primo approdo. Un cedimento agli egoismi dei paesi dell’Est e non solo che non lascia sperare in niente di buono.

La riprova si è avuta anche ieri. Quando si è trattato di farsi avanti per togliere almeno i minori non accompagnati dall’inferno di sporcizia e violenza che era ed è ancora il campo di Moria, ad alzare la mano inizialmente sono stati solo due Paesi, e tra l’altro sempre gli stessi: Francia e Germania. Un accordo tra la cancelliera Angela Merkel e il presidente Emmanuel Macron permetterà il trasferimento dalla Grecia di 400 minori non accompagnati. Non è chiaro quanti verranno presi in carico da Berlino e quanti da Parigi, dettagli (si fa per dire) che ieri non erano ancora stati definiti, ma la cosa sembra fatta. I due leader avrebbero anche cercato di convincere altri Paesi e solo in serata si è avuta notizia della disponibilità dell’Olanda ad accogliere cento bambini. Dura, come al solito, l’Austria dove il governo ha bloccato sul nascere l’intenzione dell’amministrazione comunale di Vienna di accogliere altri cento minori da Lesbo.

Un film già visto. L’ultima volta lo scorso mese di marzo quando, al termine di una visita in Grecia della presidente della commissione europea ursula von del Leyen e della commissaria agli Affari interni Ylva Johannson vennero stanziati 700 milioni di euro in aiuti per l’assistenza ai profughi, ma si decise anche il ricollocamento di 2.000 minori non accompagnati. Ad essere davvero trasferiti sono stati finora solo 640, più di 460 dei quali sono stati accolti dalla Germania come, non a caso, ha ricordato ieri la cancelliera Merkel.