La prosa e la poesia in lingua persiana hanno finalmente conquistato l’editoria italiana. Lo dimostrano tre volumi recenti. I primi due sono di poesia, il terzo è una raccolta di racconti di giovani autori. Il primo si intitola Il tesoro nascosto. Le poesie della prima donna iraniana che sfidò le autorità religiose (Jouvence, pp. 130. euro 12). Raccoglie i versi di Tahereh (1817-1852), donna colta dell’epoca cagiara, tra i primi seguaci del Bab e poi di Bahaullah, e delle loro idee rivoluzionarie: dalla lettura metaforica delle Scritture alla parità di diritti tra uomini e donne, dall’abolizione della schiavitù alla critica del clero, ritenuto il responsabile dell’arretratezza del paese. Una donna ribelle, Tahereh. E per questo imprigionata e uccisa.

Questo libro è dedicato dai curatori Julio Savi e Faezeh Mardani alla poetessa Mahvash Sabet, prigioniera di coscienza per la sua fede bahai, considerata eresia nella Repubblica islamica dell’Iran. Nata a Teheran nel 1953, Sabet è diventata famosa a livello internazionale dopo che un volume di poesie da lei scritte nel carcere di Evin fu pubblicato in inglese con il titolo Prison Poems, che nel 2017 le valse il premio internazionale Pen.

IL SECONDO VOLUME si intitola Io parlo ai confini della notte (Bompiani, pp. 750, euro 30) di Forugh Farrokhzad (1934-1967), la più importante poetessa dell’Iran del Novecento e tutt’ora la più amata. In una società patriarcale, il suo registro di scrittura e il suo modo di vivere non erano ritenuti accettabili: quando si rese conto di non riuscire a conciliare i doveri di moglie-madre con la passione per la scrittura, scelse di dedicarsi alle lettere. Questa è la prima edizione critica al mondo a raccoglierne l’intera opera poetica sia in persiano sia in traduzione.

Il curatore è Domenico Ingenito, poeta italiano e professore di letteratura persiana all’Università della California, Los Angeles. Vi sono altre traduzioni in italiano e altre lingue, ma solo in edizioni parziali e senza un testo persiano a fronte ricostruito sulla base delle rarissime prime edizioni. Questo volume presenta tutte le poesie pubblicate da Farrokhzad quando era ancora in vita, così come testi postumi, nella versione non censurata. Include poesie apparse su riviste, inediti giovanili, poesie scritte a quattro mani con il poeta Roya’i e versi estratti dal copione del cortometraggio La casa è nera, in cui il lebbrosario è metafora di un paese malato. Il volume sarà presentato alla Sapienza il 7 dicembre, alla libreria Alaska di Milano l’11, alla libreria Brac di Firenze il 18, alla Biblioteca Nazionale di Napoli il 19.

«IRAN UNDER 30» (Polidoro, pp. 240, euro 16) è il terzo volume che segnaliamo. A cura di Giacomo Longhi, raccoglie dodici racconti di scrittori che hanno meno di trent’anni e arrivano non solo da Teheran, ma anche dalle città di provincia e dalle regioni più lontane, come il Balucistan. Leggendo queste pagine, si entra nella realtà dei giovani iraniani, molto più sfaccettata di quanto si immagini. Scenari urbani e rurali si alternano a storie d’amore, di amicizia e di avventura.

Selezionati da Mahsa Mohebali e Mohammad Tolouei, due dei maggiori autori iraniani contemporanei, i racconti sono stati tradotti dal persiano da Melissa Fedi e Federica Ponzo. La prefazione «Il tempo dei figli» è della scrittrice Ginevra Lamberti.