Sayonara Suga. Il partito liberaldemocratico giapponese saluta il premier Yoshihide Suga per accogliere Fumio Kishida, l’ex ministro degli Esteri che ieri ha trionfato inaspettatamente nelle elezioni per la leadership del partito conservatore. Al ballottaggio, dopo un primo turno che ha visto l’esclusione delle due donne candidate, Sanae Takaichi e Seiko Noda, il 64enne Kishida ha avuto la meglio su Taro Kono, lo zar della campagna vaccinale che per settimane è stato in testa ai sondaggi di gradimento popolare.

LE PRIMARIE del principale partito nipponico sono arrivate quando lo scorso 3 settembre il premier Suga ha dichiarato l’intenzione di non correre per la leadership dell’Ldp, sfilandosi anche dalla corsa alla guida del nuovo governo. La campagna elettorale per la presidenza del partito, cominciata il 17 settembre, è stata contrassegnata da proclami e affermazioni che hanno fatto storcere il naso alla base più conservatrice dell’Ldp, determinando il voto di ieri.

Le sorprese sono arrivate già con il primo scrutinio, dove nessuno dei quattro candidati ha ottenuto la maggioranza dei 764 voti espressi per metà dai parlamentari dell’Ldp e per la restante parte dai membri di base del partito a livello nazionale. Come da regolamento, al secondo turno sono passati i primi due contendenti. In questa occasione, Fumio Kishida e Taro Kono sono andati al ballottaggio con un risicato scarto: Kishida con 256 preferenze ha prevalso per un solo voto su Kono.

AL SECONDO SCRUTINIO la soglia per vincere si abbassa a 215 voti, espressi dai parlamentari (che mantengono lo stesso numero di voti) e da un rappresentante delle 47 prefetture: Kishida si così è assicurato 257 preferenze, sconfiggendo Kono, che ne ha ottenute 170. A influenzare significativamente l’esito del ballottaggio sono state quindi le scelte dei parlamentari che hanno consegnato a Kishida la leadership del partito.

E sarà sempre lui a raccogliere l’eredità del premier Suga il 4 ottobre, quando verrà formalmente eletto primo ministro, il 100esimo del Giappone. La vittoria dell’ex ministro degli Esteri, che già aveva tentato di conquistare la leadership dell’Ldp perdendo lo scorso anno contro Suga, non era affatto scontata. Ma è un chiaro segnale di continuità. Kishida infatti è un moderato e non si distanzia molto dalle posizioni dei veterani del partito conservatore e, quindi, dall’establishment.

MENTRE L’EX MINISTRO degli Esteri in campagna elettorale si è impegnato per la lotta alle diseguaglianze di reddito acuite con la pandemia, proponendo un bazooka di stimoli da «decine di migliaia di miliardi di yen», Kono, con posizioni in contrasto con la linea ufficiale del partito, si è speso per opporsi all’energia nucleare e si è detto a favore della riforma del sistema pensionistico, della legalizzazione dei matrimoni omosessuali e della possibilità per le coppie sposate di avere cognomi separati.

TROPPO PER I MEMBRI anziani dell’Ldp che hanno preferito assecondare le necessità interne al partito, mettendo in secondo piano le istanze di buona parte dei giapponesi. Adesso tutti gli occhi sono puntati su Kishida: all’interno deve dimostrare di saper gestire la crisi sanitaria ed economica derivante dalla pandemia; all’esterno deve riuscire a posizionarsi nello scacchiere regionale per contrastare l’assertività cinese e rafforzare l’asse con gli Usa per un Indo-Pacifico «libero e aperto».

Pechino, che recentemente aveva criticato Kishida, ha detto di essere pronta a lavorare con il prossimo primo ministro giapponese per rinsaldare i rapporti tra Cina e Giappone. Anche da Taiwan è arrivato un messaggio per il futuro premier nipponico. Joseph Wu, il ministero degli Esteri taiwanese, si è congratulato con Kishida, auspicando che sotto la sua guida, l’Ldp continuerà a promuovere la cooperazione tra Giappone e Taiwan. Kishida adesso si gode la vittoria e su Twitter ringrazia gli avversari per il dibattito politico costruttivo e rilancia il nuovo Lpd, quello che da oggi ha il 27esimo presidente dal volto moderato.