Nella mappa europea del contagio, aggiornata ieri dal Centro europeo per il controllo delle malattie, l’Emilia Romagna è in rosso scuro insieme alle province di Trento e Bolzano. Ancora in netta crescita la curva epidemica in Italia. I nuovi casi sono stati 22.865 su 339.635 test, 339 i decessi. Il tasso di positività è salito al 6,7%. Aumentano i ricoveri: 64 in più nelle terapie intensive, 2.475 in tutto; i ricoveri ordinari crescono di 394 unità, 20.157 in totale; 423.807 i pazienti in isolamento domiciliare. La regione con il maggior numero di nuovi casi è stata la Lombardia (5.174) seguita da Campania (2.780), Emilia Romagna (2.545), Piemonte (2.167) e Lazio (1.702).

LA CABINA DI REGIA oggi analizzerà i dati settimanali del contagio, si attende un peggioramento generale delle classificazioni con le conseguenti restrizioni a partire da lunedì. «La situazione delle terapie intensive in Italia è di forte sofferenza, tanto che sarebbe il momento di considerare un nuovo lockdown» l’allarme lanciato ieri da Alessandro Vergallo, presidente del sindacato medici anestesisti e rianimatori. Se la crescita della curva non si arrestasse, potrebbero arrivare nuove misure come un anticipo del coprifuoco rispetto alle 22 o una stretta ulteriore su weekend e spostamenti.

A RISCHIO ZONA ROSSA ci sono l’Abruzzo (già in parte in quella fascia), la Lombardia (che da oggi è già in arancione rinforzato), l’Emilia Romagna e la Campania. In Emilia Romagna le varianti corrono veloci così il presidente Stefano Bonaccini è intervenuto con un’ordinanza per inserire Modena e Bologna in fascia rossa, Reggio Emilia in arancione scuro. In regione i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 259. In Campania il livello dei contagi sta peggiorando rapidamente e l’Unità di crisi regionale definisce il passaggio di colore «inevitabile». Il tasso di positività ieri era all’11,58%, i ricoveri in terapia intensiva 140, 3 in più di mercoledì. Nella settimana dal 22 al 28 febbraio sono stati notificati a Napoli 1.894 casi con un incremento del 49% rispetto alla settimana precedente.

Da settembre a novembre l’incidenza a Napoli è stata più alta rispetto al resto della regione, nell’ultimo periodo è la Campania a presentare i valori maggiori rispetto al capoluogo. L’aumento dei casi è evidente in tutte le classi di età. In particolare, ritorna ad avere valori alti la classe 19-30 anni, determinante durante la fase iniziale della seconda ondata per l’aumento del contagio. Anche nel territorio campano sono le varianti ad accelerare così verranno effettuati tamponi di massa nei comuni nei quali si sono registrati maggiori incrementi di positivi. In particolare nell’area vesuviana (Castellammare, Pompei, Torre Annunziata). Ieri sono partite le vaccinazioni tra le forze dell’ordine e università, entro una settimana si dovrebbe completare la campagna tra il personale scolastico.

A RISCHIO ZONA ARANCIONE il Veneto dove ieri ci sono stati 1.478 nuovi casi, l’Rt è già a 1,12: «I tassi di ospedalizzazione sono ancora affrontabili ma siamo preoccupati dall’andamento e da quello che sta succedendo nelle altre regioni» il commento del presidente Luca Zaia. In bilico per la prima volta anche il Lazio con l’Rt a 0,98, cioè un soffio dal valore 1 che porterebbe il territorio in fascia arancione. «Calano i decessi, aumentano i nuovi focolai, stabili i tassi di occupazione dei posti letto» ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato. Ugualmente in bilico la Puglia (dove ieri il Pd locale ha denunciato «vaccini fatti ad amici e conoscenti anziché ai malati gravi») e Calabria, dove il presidente Spirlì oggi potrebbe fermare la didattica in presenza.

IL REPORT SETTIMANALE della fondazione Gimbe conferma il peggioramento: netto incremento dei nuovi casi (123.272 contro 92.571) con forte rialzo degli attualmente positivi (430.996 contro 387.948), delle persone in isolamento domiciliare (409.099 contro 367.507), dei ricoveri con sintomi (19.570 contro 18.295) e delle terapie intensive (2.327 contro 2.146), a fronte di un modesto calo dei decessi (1.940 contro 2.177). È il raffronto tra i dati della settimana 24 febbraio – 2 marzo rispetto alla precedente. «Per la seconda settimana consecutiva – ha spiegato Nino Cartabellotta, presidente Gimbe – si registra un incremento dei nuovi casi che negli ultimi 7 giorni supera il 33%, segnando l’inizio della terza ondata».