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Madrid sospende le leggi anti-sfratti della Catalogna

Madrid sospende le leggi anti-sfratti della CatalognaBarcellona, manifestazione della piattaforma contro gli sfratti – Reuters

Spagna Rajoy contro le iniziative legislative delle comunità autonome per fronteggiare la crisi finanziaria e abitativa dei loro cittadini

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 30 aprile 2016

Niente da fare. Il governo centrale continua a vedere come fumo negli occhi le iniziative legislative delle comunità autonome per fronteggiare la crisi finanziaria e abitativa dei loro cittadini. Se poi a farlo è la Catalogna, ancora peggio. Come temuto, ieri il governo di Madrid ha impugnato davanti al Tribunale Costituzionale le legge contro gli sfratti e la povertà energetica approvata l’anno scorso all’unanimità dal parlamento catalano (anche con i voti popolari) e proposta dalla Piattaforma vittime dei mutui, di cui era portavoce l’attuale sindaca Ada Colau.

Nell’unico paese europeo in cui la consegna della casa (il cui valore era stato gonfiato dalle banche nell’epoca della bolla) non estingue il mutuo, varie comunità autonome (Andalusia, Navarra, Paesi Baschi, Canarie e Catalogna) avevano approvato leggi per palliare gli effetti disastrosi sulle famiglie indebitate fino al collo per una normativa ingiusta (per cui Bruxelles è tornata questa settimana a chiedere una modifica legislativa).

Tutte impugnate dal governo Rajoy. La legge catalana in particolare prevedeva fra l’altro che nel caso delle famiglie più bisognose, prima di uno sfratto fosse obbligatorio per i grandi proprietari offrire un affitto sociale e per le amministrazioni trovare alloggiamenti alternativi e impediva che le grandi imprese energetiche potessero tagliare luce e gas. La vicepresidente del governo per giustificarsi ha sottolineato che il ricorso riguarda solo una parte della legge, le disposizioni relative alla casa, per garantire «l’uguaglianza di tutti gli spagnoli» per evitare «legislazioni asimmetriche» nelle diverse comunità.

Fino a che il tribunale costituzionale non si sarà espresso – per ora non l’ha fatto rispetto a nessuna delle leggi analoghe sospese – le norme impugnate sono annullate. Sia il governo catalano, sia la città di Barcellona avevano già previsto un regolamento attuativo. Colau si è detta «indignata» e nel consiglio comunale di ieri è stata approvata una mozione che chiede al governo municipale di applicare lo stesso la legge sospesa.

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