«Questa è una di quelle occasioni in cui è possibile percepire l’impatto diretto del cambiamento climatico indotto dall’uomo» scrive in un tweet Mika Rantanen, dell’Istituto Meteorologico di Helsinki. Uno studio pubblicato su Nature Communication avverte che l’Europa si scalda più rapidamente di altre zone del mondo; per i meteorologi le ondate di calore saranno sempre più frequenti e durature, pesando sulle fasce più deboli della popolazione come gli anziani.
IN EUROPA la situazione rimane contrassegnata dal moltiplicarsi degli incendi e con la prospettiva di un nuovo rialzo delle temperature già da giovedì, mentre la massa di aria calda si sposta a nord e ad est investendo Belgio, Olanda e Germania.

In Inghilterra i termometri hanno superato i precedenti record a Londra-Heathrow – 40,2° – e a Coningsby, nel Lincolnshire – 40,3. Le autorità, che si attendono un picco di 42°, hanno tempestato la popolazione di appelli a rimanere in casa, incentivando lo smart working e invitando a ridurre gli spostamenti. Molti collegamenti ferroviari, urbani e non, hanno subito rallentamenti e cancellazioni a causa della canicola, nei confronti della quale Londra si è scoperta impreparata. Solo quattro delle decine di linee della metropolitana e delle ferrovie urbane della capitale, ad esempio, sono dotate di aria condizionata, e il caldo ha trasformato i convogli in veri forni. Lunedì, poi, l’aeroporto di Luton, a nord di Londra, ha dovuto sospendere i voli a causa dell’impraticabilità delle sue piste. Per non parlare del numero inusuale di incendi esplosi intorno alla metropoli.
Mentre il fronte di aria calda si sposta verso l’est della Francia, duemila pompieri non riescono a domare le fiamme nella Gironda. «Il fuoco è come un mostro – ha detto il presidente del dipartimento Jean-Luc Gleyze -. A causa della temperatura, del vento, dell’aria secca è diventato molto forte ed è difficile combatterlo». Nella regione vitivinicola intorno a Bordeaux gli incendi scoppiati il 12 luglio hanno bruciato già 100 chilometri quadrati, lasciando vistose macchie nere nelle immagini satellitari. Intanto a Parigi è stata superata la soglia dei 40 gradi e Nantes ha stabilito il record di 42°. Anche la nordica Bretagna non è stata risparmiata dalle fiamme che hanno devastato 1400 ettari nel Finistère.

Il bilancio delle vittime in Portogallo è purtroppo salito a quattro dopo che un’auto è finita fuori strada mentre cercava di sfuggire a un rogo vicino a Vila Real, nel nord.

PER BEATRIZ HERVELLA, portavoce dell’Agenzia Statale di Meteorologia spagnola Aemet, l’ultima ondata di calore è tra le tre peggiori dal 1976, anno in cui è iniziata la raccolta dei dati: per estensione territoriale, durata e intensità. Le temperature hanno superato le medie stagionali da 5 ad addirittura 20 gradi, “cuocendo” anche i territori affacciati sull’Atlantico.
Ieri erano attivi in tutta la Spagna ancora 24 incendi. Le squadre di soccorso non fanno in tempo a domare un focolaio che se ne accende subito un altro, spesso doloso (lo sono l’85% del totale) o in qualche caso provocato dai fulmini.

QUELLA IN CORSO è l’estate peggiore degli ultimi 15 anni, a tal punto che la portavoce del governo di Madrid Isabel Rodríguez l’ha definita «una estate tragica». Secondo i dati ufficiali (ampiamente sottostimati) dall’inizio dell’anno sono bruciati 70 mila ettari, cinque volte quelli devastati nel 2021 e il doppio della media degli ultimi dieci. A Zamora il fuoco ha inghiottito il 4% del territorio della provincia.

In Castilla y León, tra le regioni più castigate, i sindacati denunciano che i vigili del fuoco e i volontari impegnati (il 90% dei quali dipendenti di imprese private) sono stremati, chiedendo al governo centrale di assumere il controllo delle operazioni, vista la manifesta incapacità della giunta regionale che però si oppone al commissariamento.
Intanto nella regione di Madrid i lavoratori morti a causa di un colpo di calore sono diventati due.

Un operaio di 56 anni è morto sabato a Móstoles dopo aver lavorato per ore a 45 gradi; nelle stesse ore moriva uno spazzino di 60 anni stroncato a Vallecas. I sindacati denunciano che quest’ultimo aveva un contratto di un solo mese e che il rispetto del protocollo di prevenzione in caso di alte temperature avrebbe evitato la tragedia. Tra l’altro l’Ispettorato al Lavoro aveva invitato migliaia di imprese, compresa Urbaser, dal quale dipendeva lo spazzino, a tener conto delle condizioni proibitive imposte dall’ondata di calore.