Mentre si celebra il processo di appello contro Mimmo Lucano e altri ex amministratori del Comune di Riace, in quello stesso territorio le strategie dell’accoglienza, che l’azione giudiziaria avrebbe voluto stroncare, continuano. Tra enormi difficoltà, resistenze burocratiche, spese ingenti per provvedere a tutto (dalle primarie necessità ai corsi di formazione). Oltre quaranta persone già sono state accolte e altre sono attese: profughi afghani, nigeriani, eritrei e di altre nazionalità.

È un segnale di grande importanza: l’accoglienza verso stranieri, migranti e richiedenti asilo non è solo doverosa, è possibile; e può contribuire allo sviluppo di territori che sembravano ormai desertificati, dando vita a una convivenza pacifica tra residenti e nuovi arrivati. Lo scorso autunno dopo l’abnorme condanna inflitta in primo grado a Mimmo Lucano e ai suoi collaboratori, si sviluppò un forte movimento di solidarietà nei suoi confronti e nei confronti di quanto era stato costruito a Riace. Perché quel modello, il Modello Riace, appunto, animò non solo quella cittadina, ma tutti coloro, anche fuori dall’Italia, che vedevano in quel piccolo centro la possibilità concreta di un mondo in cui le frontiere non avrebbero dovuto costituire un ostacolo insormontabile e una linea di discriminazione ed esclusione. E non è forse questo uno degli obiettivi dell’azione politica? Rendere possibile la convivenza tra uomini e donne, bambini e vecchi, anche quando la Storia, fino a quel momento, imponeva loro un destino diverso?

A seguito di quella mobilitazione collettiva venne promossa una sottoscrizione a livello nazionale che diede ottimi risultati: migliaia e migliaia di persone, dall’Italia e dall’estero parteciparono con contributi piccoli e grandi. Ma la destinazione di quel denaro è, in prima istanza, vincolata al pagamento dell’enorme sanzione pecuniaria inflitta agli imputati. Si attende, pertanto, la sentenza di secondo grado. Nel frattempo, per assicurare continuità al “Modello Riace” e per sostenere le attività di accoglienza già in atto occorrono molte risorse, anche economiche. Servono fondi per la sistemazione degli alloggi, le vettovaglie, le attività di inserimento socioculturale che erano state brutalmente interrotte. Servono risorse ora, subito, nell’immediato. Per questo abbiamo promosso una nuova raccolta finalizzata al pagamento delle spese che richiede l’importante attività di accoglienza e integrazione in corso.

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causale “Per Mimmo”