Nessuna responsabilità «penale, civile, contabile e da rivalsa» per chi ha mandato i medici e gli infermieri allo sbaraglio, senza protezioni adeguate dal contagio. Uno scudo totale per «i datori di lavoro degli operatori sanitari» e per «i soggetti preposti alla gestione della crisi sanitaria», dunque anche i presidenti di regione che quotidianamente accusano il governo per i ritardi nella fornitura delle mascherine. E però, evidentemente, si preoccupano di poter essere coinvolti in ragione della funzione di responsabili dell’organizzazione del servizio sanitario sul territorio. A offrire loro un salvacondotto preventivo avrebbe pensato l’emendamento che i senatori della Lega hanno presentato al decreto Cura Italia. O quello identico firmato dai senatori di Cambiamo!, il movimento di Giovanni Toti. Forse non casualmente un altro presidente di regione, come il leghista Fontana, il più attivo nella polemica sulle mascherine. Dopo la denuncia dei sindacati della funzione pubblica – «è una vergogna che lascia scoperti proprio i medici», hanno scritto ieri mattina Cgil, Cisl e Uil – Salvini ha annunciato che farà marcia indietro. Così come spiegano di voler fare – «a noi interessa solo proteggere i medici» – il senatore Quagliariello e gli altri del movimento di Toti.

Era impossibile non notare l’emendamento della Lega perché è il primo del fascicolo sul decreto Cura Italia e come prima firma ha quella di Matteo Salvini. L’ex ministro ora promette di ritirarlo perché «si presta a fraintendimenti», ma solo l’altro ieri aveva voluto inserirlo tra gli emendamenti «segnalati», cioè quelli ai quali il suo partito teneva di più.

La proposta era quella di immunizzare completamente i dirigenti sanitari e i responsabili della gestione dell’emergenza, una formula tanto ampia che avrebbe potuto comprendere entrambe le parti del mascherine-gate, sia i governatori che la protezione civile. Assolti da ogni colpa per la «necessità di garantire, sia pure con mezzi e modalità non sempre conformi agli standard di sicurezza, la continuità dell’assistenza sanitaria indifferibile sia in regime ospedaliero che territoriale e domiciliare». Nessuna responsabilità personale per aver mandato i medici nei reparti Covid disarmati, senza mascherine o con mascherina chirurgiche al posto di quelle filtranti, le introvabili Ffp2 o Ffp3.

Registrato il passo indietro della Lega, resta nel fascicolo degli emendamenti segnalati – che la commissione bilancio del senato discuterà domani pomeriggio nell’ampia sala Koch per garantire il rispetto delle distanze di sicurezza – un sub emendamento del senatore Nastri di Fratelli d’Italia che avrebbe lo stesso effetto di quello ritirato da Salvini. E c’è anche un emendamento del Pd (Boldrini-Collina) che però limiterebbe lo scudo ai datori di lavoro dei medici, escludendo i responsabili della gestione della crisi sanitaria. Diverso invece l’obiettivo di altri emendamenti del Pd (Marcucci e Stefano) che puntano a salvaguardare i medici e le strutture sanitarie dalle cause che potranno essere intentate dai parenti delle vittime. Limitando la responsabilità civile ai soli casi di dolo o colpa grave.