«Salvini sta ancora pagando il colpo di sole preso a Milano Marittima», «Io se dico a qualcuno stai sereno quel qualcuno può stare sereno…». Che non sarebbe stato un confronto su raffinate teorie politiche contemporanee era nell’aria, e da questo punto di vista il Porta a Porta fra i due Mattei, Renzi e Salvini, officiato ieri sera da Bruno Vespa, non ha deluso. I due leader hanno battibeccato tutto il tempo alla ricerca dell’effetto bar sport, schema banalotto per due che si vantano da volpi della comunicazione. Il primo guaio è il colpo d’occhio: entrambi in vestito blu camicia bianca cravatta scura, gemelli diversi. Poi ciascuno dei due – uno più urbano e preparato, l’altro realmente e fatalmente ruspante – cerca di abbattere sull’avversario l’arma ritenuta micidiale: la battutaccia. Il leghista: «Renzi crea partiti, disfa partiti, è un rottamatore mica per altro». Il vivoitaliano, davanti ai cartelli dei numeri su sbarchi e quota 100 dell’altro: «Si è dovuto portare l’aiuto da casa…». «Renzi è il genio incompreso che gli italiani non capiscono. Ha sconfitto la fame nel mondo e scoperto il segreto della ricrescita dei capelli». «È vero che hai usato i 49 milioni per alimentare la ‘bestia’ della Lega sui social?». Colpo basso, il pugile vacilla: «Se volessi arricchirmi farei conferenze per decine di milioni in giro per il mondo». «Forse non ti chiamano». «Io adoro l’Italia delle proloco, dei comuni, delle sagre: ma se io ho il 33 e lui il 3% vuol dire che qualcosa ho fatto. E gli italiani non sono scemi».