Il caso Salvini-Quirinale, aperto il 2 giugno dal leghista Borghi, non è chiuso, nonostante i tentativi di Meloni di farlo sembrare tale. Pochi minuti prima della parata per la festa della Repubblica, il leghista Claudio Borghi aveva lanciato un siluro per contestare le parole del capo dello Stato sulla «sovranità europea» che verrà consacrate con le elezioni dell’8 e 9 giugno. «Se il presidente pensa davvero che la sovranità sia dell’Ue invece che dell’Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi».

IL CASO È ESPLOSO QUANDO il vicepremier Salvini ha sposato le tesi di Borghi: «Oggi è la festa degli italiani, della Repubblica, non della sovranità europea. La sovranità nazionale è fondamentale, non mi arrenderò mai a un super Stato europeo dove comandano quelli che hanno i soldi». Ieri il capo leghista ha provato a smorzare i toni: «Nessuna polemica verso il presidente della Repubblica che ha il mio rispetto, il rispetto della Lega e quello degli italiani», dice ad Agorà. Per poi aggiungere che il capo dello Stato «è garante della Costituzione che ripudia la guerra». E che lo stesso rispetto «non hanno altri leader e presidenti europei che rischiano di trascinare l’Italia nella terza guerra mondiale».

In serata, dopo un forte pressing delle opposizioni che contestavano il silenzio di Palazzo Chigi (che si è protratto per oltre 24 ore), Meloni su Rete 4 ha detto la sua: «Sono stata molto contenta che Salvini abbia chiarito: nella giornata del 2 giugno bisogna evitare il più possibile le polemiche».

BORGHI PERÒ NON FA PASSI indietro: «Ho detto una banalità che straconfermo: nella Costituzione non si parla di cessione di sovranità. Semmai finora abbiamo ceduto male pezzi di sovranità». Conte bastona i leghisti: «Da loro un attacco indegno, scomposto e sconclusionato al Quirinale». E Schlein: «Salvini si arrampica sugli specchi, ma rincara la dose rivendicando il principio di quell’attacco». «Attaccare il presidente Mattarella il giorno della festa della Repubblica ha indubbiamente un sapore eversivo», dice riccardo Magi di +Europa.

IN REALTÀ, AL NETTO DELLA folle richiesta di dimissioni di Mattarella da cui Salvini ha preso le distanze, ieri sera il vicepremier ha ribadito con forza il suo anti-europeismo: «Io difendo l’interesse nazionale e la sovranità nazionale. Non cedo altri pezzi di Italia all’Ue. Se noi dovessimo cedere all’Europa la sovranità militare, se avessimo la difesa unica in Europa, domani Macron manderebbe i nostri figli al macello, a combattere e morire in Ucraina oppure a usare le armi per bombardare e uccidere in Russia. Quindi teniamoci ben stretta la nostra Italia», ha detto in un comizio a Bari. Per poi lanciare un poco diplomatico affondo al presidente francese: «Vai tu in Ucraina a combattere, mettiti l’elmetto e non rompere le palle agli italian».

DOPO IL FLOP DEL COMIZIO di sabato a Milano con Vannacci (poco più di 500 persone), il capo leghista le sta provando tutte per recuperare voti di estrema destra e non farsi superare da Forza Italia alle europee. Il generale non si lascia sfuggire l’occasione: «La sovranità è nazionale e non si cede. È un principio esistenziale e imprescindibile di ogni nazione. Ne abbiamo già ceduta troppa ad enti sovranazionali: ad esempio quella monetaria e non ha fatto bene alla nostra economia».

SULLE ORME DI VANNACCI, la sottosegretaria leghista Pina Castiello (rapporti con il Parlamento) ieri è finita nella bufera per un video in cui taglia una torta evocando la Decima Mas, scelta poi rivendicata in un tweet. Il Pd chiede le sue dimissioni, così anche Sinistra-Verdi e Iv. Lei parla di «goliardia». Bonaccini attacca: «Vannacci e Borghi rappresentano al meglio la Lega di oggi: esaltazione della X Mas e di Mussolini, proposta di classi separate per i bambini disabili, richiesta di dimissioni del Presidente Mattarella, proposta di uscire dall’euro. Estrema destra, come Afd in Germania». L’Anpi parla di «un video ignobile».