«Siria, guerra e menzogne». I cartelli colorati si mescolavano alle bandiere davanti all’ambasciata degli Stati uniti ieri mattina a Roma, al presidio organizzato dal gruppo Statunitensi per la pace e la giustizia insieme a Rete No War.

La manifestazione era prevista da tempo: il 14 aprile è giornata mondiale per la riduzione delle spese militari. Ma è coincisa con l’ attacco alla Siria da parte della triade belligerante collaudata in Libia nel 2011: Stati uniti, Francia e Regno unito.

Mentre una studentessa faceva compilare ai presenti cartoline di Roma da spedire al Congresso Usa, un’attrice con la maschera di Trump ironizzava sul cui prodest? di Trump, Macron, May e soci mediorientali. Gli organizzatori sottolineavano che gli Stati uniti sono i maestri storici nell’uso di ogni sorta di armi di distruzione di massa, a partire dalla bomba atomica. Un comportamento da età della pietra.

Altri al microfono hanno ricordato che di fake news come il presunto attacco chimico sono costellati i sette anni di guerra in Siria.

Gli attivisti denunciano la scandalosa proliferazione di armi nel paese d’origine, ma anche l’Italia dovrebbe tagliare il budget della difesa, bloccare la vendita di armi ai Saud e stanziare fondi per la ricostruzione de paesi distrutti dall’esportazione della democrazia. Annunciati altri presidi, anche davanti al Parlamento.